Politica

Le paure

La principale alleata di Enrico Letta è la paura. La più pericolosa avversaria è la paura. Paure opposte. L’abilità del presidente incaricato sarà quella di trovare un equilibrio del terrore.

La paura alleata, sul fronte sinistro, è quella di tornare alle urne. Il Partito democratico, oramai sbriciolato, sa bene che in quel caso la propria rappresentanza parlamentare potrebbe essere dimezzata. A essere, dal loro punto di vista, ottimisti. Se questa paura non li trattenesse riserverebbero a Letta il trattamento che riservarono a Franco Marini. Alcuni dirigenti di quel partito, del resto, non ne hanno fatto mistero e lo hanno teorizzato, stabilendo che il governo non sarebbe dovuto essere politico. Mentre il nome di Letta è quello di un politico. Dei loro. Come loro, del resto, è la responsabilità di avere affondato Giuliano Amato. Due volte in una sola settimana.

La Paura alleata, sul fronte destro, è quella di sembrare degli irresponsabili, così bruciando un vantaggio elettorale dato dal disfacimento degli avversari. Dopo avere disfatto, a loro volta, il patrimonio elettorale del 2008. Il voto siciliano prima e quello friulano e giuliano dopo hanno dimostrato che il grillismo non miete voti fra gli astenuti di un tempo, ma fra gli arrabbiati contro quanti votarono e dai quali non ebbero indietro quel che si aspettavano. Non sono pochi gli elettori di destra in queste condizioni.

La paura contraria, a sinistra, è quella di dovere dire l’ovvio: questa legislatura si governa solo in un accordo fra Pd e Pdl. E’ evidente dal 25 febbraio, ma s’è perso tempo, e il Pd ha perso sé stesso, per la paura di venire meno alle parole d’ordine. Cosa che capita, quando le si elabora impastando il moralismo con l’antagonismo. La sinistra si riprenderà quando saprà parlare il linguaggio della realtà, non quello della propaganda. Ma oggi hanno paura d’essere additati quali traditori e venduti.

La paura contraria, a destra, è quella di perdere il momento in cui il loro leader, Silvio Berlusconi, è ancora il traino più forte. Il tempo non lavora a suo favore e immaginare elezioni da lui guidate, magari nel 2015, è avventuroso. Sanno di dovere cambiare e darsi una diversa dirigenza, ma ne hanno paura, perché non la vedono.

E l’Italia? Quella fa paura a entrambe, perché si dovrà guardarla negli occhi. Letta vince se lo fa per primo.

Pubblicato da Il Tempo

Condividi questo articolo