Politica

La sinistra che sceglie

Alla fine, sia pur passando per qualche piega regolamentare, la gran parte della sinistra ha trovato la determinazione necessaria a votare l’intervento militare dell’Italia e ad accettare la rottura in seno all’Ulivo. Si tratta di un passaggio importante e significativo.

Purtroppo il conflitto non si presenta né facile né breve. Da una parte c’è l’enorme sproporzione delle forze in campo; dall’altra, però, la difficoltà di stanare i vertici del terrorismo e di sradicarne i sistemi di finanziamento. La scelta fatta dal Parlamento, a così larga maggioranza, quindi, è giusta, ma richiede anche una tenuta politica capace di accompagnare il non veloce evolversi delle attività belliche.

Oggi le forze di maggioranza hanno il dovere di riconoscere il valore politico della scelta compiuta dalla parte più consistente dell’opposizione, evitando speculazioni e provocazioni inutili, oltre che misere. Mentre la parte dell’Ulivo che non ha condiviso la scelta di votare a favore dell’intervento ha tutto il diritto di continuare a sostenere le proprie convinzioni, ma sarebbe irresponsabile se facesse leva su queste per contrapporre alla maggioranza dell’Ulivo stesso gli umori di una base (organizzativa ed elettorale) che ancora non si è liberata di un’antiamericanismo appartenente al passato. In democrazia non può mai essere negato il diritto a manifestare le diverse opinioni. In questo caso si ha la possibilità di farlo dimostrando anche senso di responsabilità.

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