Politica

La sinistra del nord

Discutono, a sinistra, sul capire o meno il nord. Strano modo di voler rimediare ad una sconfitta, visto che hanno perso anche al sud. Si fermino, per favore, evitino di far ancora sciocchezze nel tentativo di scimmiottare la Lega, che già, così facendo, ci hanno imposto una riforma costituzionale (nel 2001) che scassa lo Stato, non introduce il federalismo, e produce effetti disgregativi cui è stata poi anche la Lega, semmai, a cercar di rimediare. La smettano, a sinistra, di produrre una sottomarca del berlusconismo, buttino fuori dalla finestra gli studi commissionati per capire il voto e fuori dalla porta i sondaggisti che spiegano la politica. Usino qualche sana e forte categoria marxiana, e cerchino di capacitarsi che hanno perso, così come avevano già preso meno voti nel 2006, perché rappresentano gli interessi dell’Italia assistita ed arretrata.
Rappresentano la spesa pubblica, naturalmente senza averne l’esclusiva (dato che cresce anche con i governi di destra). Rappresentano i ceti assistiti, anche qui senza l’esclusiva, perché poi sono le stesse persone aggredite fuori dalle stazioni periferiche, quindi insicure e poco inclini a festeggiare il mescolarsi delle etnie. Dal nord sono fuori perché non hanno nulla da dire a quanti sono esposti al mercato ed alla concorrenza. Non hanno neanche dirigenti, al nord. Ammiro Bresso e Chiamparino, ma sono eredi di una (nobile) tradizione comunista ed operaista piemontese. Per il resto è il vuoto. Illy non è di sinistra, infatti lo eleggevano senza ascoltarlo. Cacciari è cacciariano, ininfluente ed eccentrico. Cofferati arriva dal sindacato, può fare il padano quanto gli pare, può anche andare in pellegrinaggio sul po, ma resterà il prodotto della sinistra che è giusto perda.
Quando si è l’incarnazione d’interessi che appartengono al passato, che fanno paura anche a chi ne vive, quando si pensa avendo in mente un mondo che non c’è più, non si devono chiamare gli esperti di marketing politico, piuttosto gli psicanalisti. Una sinistra “nordista” farebbe solo più pena, anche crozzianamente umana. Confondono il guscio con l’uovo, pensano all’immagine quando il problema è la sostanza. Continuano a sforzarsi per sistemare il loro passato, mentre dovrebbero azzerare il gruppo dirigente ed affrontare le sfide del futuro.

Condividi questo articolo