Politica

La sinistra rutellante

Lo ammetto, sono un perverso. Non solo ho comprato, ma ho anche letto il libro di Francesco Rutelli, “La svolta”. Ancora mi domando: ma come ho fatto? Eppure il libro è sincero, si capisce già vedendolo sul bancone che è stato pubblicato al solo scopo di far girare la foto in copertina, dov’è ritratto l’autore,

bello ed imbiancato, impreziosito da qualche ruga, difficilmente generata dal pensiero. Invece, mi sono incaponito a leggerlo.
Eppure, cribbio, si capisce dall’inizio come stanno le cose. Non temete, non farò citazioni, so bene che non siete perversi come me, ma leggete, ve ne prego, le prime tre righe del libro. Solo tre: “E’ difficile sostenere che il Partito democratico non sia nato. Ma si tratta davvero dell’adempimento della sua promessa?”. No, cari lettori, non date la colpa a quel che avete mangiato. Il senso di disorientamento e subbuglio intestinale è causato dal rollio della prosa. E poi, diciamolo, voi, come me, siete dei poco di buono, scommetto che non adempiete mai alle sue promesse. Ma “sue” di chi? Sventurato, non mi sono fermato, addentrandomi in questa seminagione estensiva della punteggiatura, sicché inciampi su una virgola e cadi nel vuoto di quelle mancanti, fin quando un punto e virgola, piazzato a cavolo, ti si ficca nell’occhio e ti fa lacrimare.
Ho aperto la finestra, tirato un respiro profondo, bevuto dell’acqua, ma mi sono accasciato sulle citazioni, lanciate senza ragione, con lo stocastico entusiasmo di chi estrae i numeri della tombola, con il convinto e tracimante entusiasmo dello zio alticcio quando s’improvvisa banditore al mercante in fiera: per questo autore o per questi autori …. A pagina 23 sono stato stroncato da una raffica impietosa: Ralf Dahrendorf, Lewis Carrol (quello di “Alice nel paese delle meraviglie”), il Pericle di Tucidide (che uno, subito, pensa siano gay), Max Weber, Massimo Cacciari e Ghandhi, uno appresso all’altro, a fare il trenino sulla pagina, senza che si capisca più chi ha scritto cosa e che diavolo c’entri con il tema del libro. Basta, pietà!
Il succo del libro, però, è interessante. Anche condivisibile. Siccome ho molto sofferto, mi sento buono e lo porgo in modo leggibile: la sinistra non ha più ragione d’esistere, occorrono nuove idee e nuovi programmi, che Rutelli non sa quali siano, ma, di certo, non sono quelli del Partito Democratico, i cui capi, non comprendendolo nel novero, gli stanno maledettamente sui santissimi. Ecco, tenetelo presente, guardate la foto di Cicciobello, e fate conto di averlo letto. Adesso basta, non contate più su di me.

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