Politica

La tara meridionale

Nel mentre Napolitano conclude le vacanze capresi, a dir poco inopportune, Bassolino fa sapere che non ha intenzione di dimettersi, di sentirsi in dovere di “continuare la battaglia”. Un potere arrogante sostituisce l’altro, un mondo di clientele emigra da un potente all’altro, il popolino tributa plebisciti a rotazione, il senso civico brucia tanto nel governo della cosa pubblica quanto nella protesta di piazza, la camorra fa affari. C’è di che urlare la rabbia, perché tutto questo sembra confermare la tara genetica della napoletanità, l’inferiorità civile di un popolo e, in definitiva, di grandissima parte del Sud. In questa lettura, ripugnante, vi sono tracce di verità.
E’ vero che molti meridionali, quale io sono, si rivolgono all’amministrazione pubblica per un proprio tornaconto, raramente per il bene comune. E’ vero che i politici più zozzi sono visti con maggior favore, perché considerati fra i più efficaci nel garantire la spartizione dei beni collettivi. E’ vero che i salari derivanti dalla spesa pubblica sono considerati un diritto indipendente dal lavoro. Tali malcostumi sono diffusi ovunque, ma al Sud il principio di legalità fa più difetto che altrove. E’ messa in dubbio la sovranità stessa dello Stato, quindi della legge, e gli onesti soccombono. Così si può consentire a Bassolino di affermare, svergognato, di non essere mai venuto meno al dovere, nel mentre la spazzatura avvelena l’aria e la vita civile. Si può consentire all’amministrazione prefettizia di riutilizzare discariche che la legge aveva chiuso. Si può alimentare con denari pubblici la camorra, mettendo sui terreni da questa intermediati la mondezza che non si smaltisce altrove. Si possono consentire proteste di piazza che regolarmente violano diritti collettivi.
Il Sud e l’Italia tutta hanno un disperato bisogno di legalità. Il che comporta etica civile e coraggio politico. Non mi spaventa la sinistra della “spazzatura sulla città”, mi terrorizza che l’opposizione non sappia partorie altro che proteste chiassose. I primi andrebbero cacciati via a calci, ma non dai secondi che vogliono prendere il loro posto. Le soluzioni ci sono, a Napoli come nel resto del mondo, ma si deve proporle se si vuole essere migliori dei Bassolino, delle Iervolino e dei Pecoraro Scanio. E ci vuol pure poco.

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