Politica

L’Abruzzo contro Pilato

In Abruzzo ha votato poco più della metà degli elettori. Il vincitore ha preso poco meno della metà dei voti espressi, quindi lo ha voluto un quarto degli elettori. Ci andrei piano, con il trionfalismo, e se la sinistra si suicida nell’ignominia giustizialista, candidando i dipietristi mentre le arrestano gli amministratori, più di un sintomo indica la cattiva salute del sistema politico, nel suo complesso.
Prendete la teoria secondo cui la “gente” è stufa di votare per liste nazionali bloccate, in una contrapposizione destra-sinistra che si ripete uguale, da troppi anni, laddove, invece, la forza degli enti locali è quella di essere vicini ai cittadini, destando maggiore interesse fra gli elettori. E’ vero l’esatto contrario: la contrapposizione nazionale chiama alle urne, mentre il personalismo localistico è sempre più moscio. Seconda teoria: l’astensionismo è qualunquista. Ma quando mai!? In Abruzzo sono molti gli elettori di sinistra che si sono rifiutati, più che a ragione, di votare un “loro” candidato, espressione di una forza di destra, e che hanno condannato una dirigenza politica vile, che spera di cavarsela abbandonando Del Turco al suo destino. Quel non-voto ha un significato politico, guai a non capirlo.
Vale per Del Turco come per il sindaco di Pescara, e vale per Napoli come per ogni altra inchiesta giudiziaria: le responsabilità penali sono personali e nessuno può essere considerato colpevole prima di una sentenza definitiva, ma la politica che si nasconde sotto le toghe ha già perso, è già condannata. Si deve avere il coraggio di difendere i propri uomini, a viso aperto, o di buttarli fuori, assumendosene la responsabilità. Se, invece, ci si rimette ad una giustizia che non funziona ed ha tempi incivili, vuol dire che si è dei quaquaraquà. Questa è la grande colpa che portò alla perdizione i partiti della prima Repubblica. Non gli scandali, la pochezza e la viltà.
Questa sinistra s’inabissa, ma gli elettori non sono corsi dall’altra parte. Sono rimasti fermi, estranei. Oggi non riconoscono alcuna classe dirigente, domani la vedranno alla prova con una pesante crisi economica. Oggi fotografiamo un Paese bloccato, domani potremmo vederlo in fuga. Pare fosse abruzzese anche Ponzio Pilato, noto esempio di quanto inutile sia il lavarsene le mani.

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