Politica

L’Amato equivoco

Molte sono le critiche alla commissione Amato, incaricata di disegnare il futuro di Roma, ma la loro inadeguatezza è segno d’una conclamata debolezza del pensare politico. Il sindaco Alemanno ci ha invitati a non avere pregiudizi ed attendere i risultati di quel lavoro. Giusto, ma sono pronto a scommettere che saranno ragguardevoli. Il fatto è che saranno inutili. Nella sinistra, invece, c’è chi si congratula, anche con invidia, per il virtuoso giravoltismo amatiano, chi ne lamenta, invece, il tradimento. Capisco, ma è tutto fuori tema, perché servire le istituzioni è cosa nobile, con chiunque lo si faccia, mentre non servire a niente è disdicevole, con qualsiasi compagnia di giro.
Non serve a niente una commissione bipartisan per Roma. Capirei una commissione d’illustri indipendenti, di distinti conoscitori d’urbanistica che non siano necessariamente al servizio dei costruttori, di persone nuove. Ma che ci faccio con i bipartisan, che sono sempre gli stessi? La destra ha appena vinto le elezioni, la sinistra ha governato Roma per decenni. Chiedere alla seconda di dire oggi quel che non ha fatto ieri è accanimento terapeutico. In Italia, poi, non c’è neanche il bipartitismo, il che rende tutto biequivoco. Le commissioni onnicomprensive servono quando si devono ridisegnare le regole del gioco, che, pertanto, interessano ed è bene che coinvolgano tutti. E’ stato il tentativo, non ben riuscito, di Attali in Francia. Ma mica Roma si avvia ad essere una Repubblica indipendente, e le regole di governo sono quelle nazionali. Ecco un esempio concreto: per coinvolgere le amministrazioni di sinistra la commissione Amato lavora anche per regione e provincia, ma una buona riforma istituzionale dovrebbe cancellare le province. Serve altro per capire che si pesta l’acqua nel mortaio?
Le cose stanno così: della commissione parliamo ad agosto, perché non possiamo tutti occuparci delle faccende familiari di altri, molti non sanno dov’è l’Ossezia e gli incidenti stradali vanno in cronaca, ne riparleremo alla fine dei lavori, plaudendo alle tante belle idee, che non sposteranno un capello in tema di spazzatura, viabilità o sicurezza. Poi Amato, che è il più bravo, scriverà un libro e spiegherà perché non si va da nessuna parte con un sindaco di destra che protegge i tassisti.

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