Politica

L’Austria di Haider

C’è qualche cosa di profondamente sbagliato in ciò che l’Unione Europea ha fatto nei confronti dell’Austria. Sbagliato sotto il profilo della legittimità, così come sotto quello della convenienza.

Va da sé la condanna dei regimi dittatoriali, del fascismo, del nazismo, del comunismo. Sarebbe errore ancor più madornale volere gettare questo passato in faccia a chi non condivide la decisione presa dal consiglio dei ministri, ovvero la decisione di isolare l’Austria qualora giungesse al governo Haider, leader della destra.

Haider è un leader xenofobo che in passato ha dato segni di condividere alcuni degli aspetti più raccapriccianti del regime nazista. Mettiamo pure, per comodità di ragionamento, che egli sia il peggio del peggio. Più lui fa schifo, però, più pesa quel terzo d’elettori austriaci che lo hanno votato. Democraticamente, liberamente e segretamente. Con questo l’Unione Europea deve fare i conti, senza prendere la scorciatoia della facile condanna, che sembra essere fatta apposta per far dire che l’Europa avrà pure una moneta debole, ma uno spirito politico forte.

Il consiglio dei ministri UE è un organo politico, trae legittimità, con la mediazione dei rispettivi parlamenti nazionali, dal consenso degli elettori. Come Haider, del resto. In questo caso un organismo politico ha preteso esprimere un ultimatum non sulla base di una decisione presa dal governo o dal parlamento austriaci, non sulla base di un provvedimento che contrasti con le norme che l’UE si è data, ma sulla base di un possibile equilibrio politico all’interno di uno Stato membro. Bisogna essere ciechi per non scorgere il pericolo che si annida in un simile comportamento.

Ma non basta: i temi che Haider agita, in modo populistico e talora ripugnante, sono temi irrisolti di tutta l’Europa. Quale paese dell’Unione vuole alzarsi a dar lezioni sul tema dell’immigrazione? Se le scene strazianti delle navi stracolme di albanesi, con bambini ridotti alla stremo, approdanti sulle coste di un paese che si impegna a respingerli e riportarli colà da dove son venuti, fossero state scene registrate nell’Austria di Haider avremmo gridato al nazismo. Quelle scene, invece, le abbiamo registrate in Puglia, nell’Italia governata dalle sinistre, ed abbiam detto: poveretti.

Si fa presto a gridar condanne, è un tantinello più complesso misurarsi con i problemi. Ma mettiamo pure che l’UE abbia un corpo sano, mentre l’Austria sta contraendo una grave infezione, bene, qual’è la politica più saggia: isolarla o cercare di stemperare nell’Unione le conseguenze di uno squilibrio nazionale? La scelta dell’isolamento, cioè quella adottata, sembra fatta apposta per rafforzare Haider, che, forse, è il contrario di quel che si vuole.

La riunificazione tedesca, grazie a leaders politici di cui oggi si vuol misurare il tasso di criminalità, è stata strettamente legata al processo di integrazione europea proprio per questo: per evitare che le sacche di neonazismo presenti (specialmente nella Germania dell’est) assumessero un peso od un ruolo significativi. Ed il cielo benedica gli sforzi fatti per consentire alle forze politiche democratiche di riportare dei successi elettorali. Ora, con l’Austria, si vuol scegliere la strada opposta. Ed è un errore.

Perché lo si commette? La spiegazione la trovate in non pochi quotidiani europei di ieri, i quali affermano che l’UE ha ritrovato la sua anima politica. Ritrovamento che dovrebbe compensare lo smarrimento in cui versa la moneta comune. Fra gli errori, questo è il più macroscopico: in realtà, così facendo, l’UE mostra un’estrema fragilità istituzionale, che giunge fino a metterne in dubbio l’integrità territoriale. Ottima premessa per portare il cambio a due Euro per un Dollaro.

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