Politica

Le idee ed i simboli

Gianfranco Fini avrà, certamente, messo nel conto non pochi mal di pancia, in casa propria, così come, anche, la possibilità di una perdita a destra, sia dal punto di vista elettorale che, magari, frazionistico. Ugualmente, ha percorso fino in fondo la strada della rottura con il passato.

Qualcuno, nel suo partito, gli ha ricordato che, ad esempio a proposito delle orrende leggi razziali, già Giorgio Almirante aveva detto cose significative. Osservazione priva di peso politico, questa, perché l’importanza delle cose dette da Fini non sta nel riconoscere che il fascismo fu tragedia e che la persecuzione degli ebrei fu sfregio alla civiltà, ma nell’ammettere il proprio, personale e politico errore. Il resto, con tutto il rispetto per il vicepresidente del Consiglio, lo sapevamo già.
Riconoscendo l’errore dal quale mosse la sua vita politica, riconoscendo l’abbaglio di aver coltivato quel che rimaneva dei gagliardetti fascisti, Fini pone le basi per un ruolo nuovo, e migliore, della destra italiana. Se, fra i suoi, ci sarà chi non vorrà seguirlo, che se ne vada. Non sarà una gran perdita, e, anzi, Fini stesso ne uscirà politicamente rafforzato.
Ho visto che qualcuno, a sinistra, ha commentato: adesso elimini la fiamma tricolore, così come noi eliminammo la falce ed il martello. Ecco, questa è una sciocchezza politica. I simboli son quel che sono, e, per come vedo le cose, la sinistra italiana potrebbe essere seria e di governo anche tenendosi la falce ed il martello. Il guaio è, invece, che a sinistra nessuno ha avuto il coraggio di fare quel che Fini a fatto a destra.
Non ha nessuna importanza che i D’Alema o i Fassino dicano che il comunismo fu un incubo, che i regimi comunisti sono stati e sono regimi macellai. Perché questo lo sappiamo già e non c’è modo di smentirlo. Questo appartiene all’evidenza storica. Quel che da loro non abbiamo sentito è: noi ci siamo sbagliati. Invece ci dicono: il comunismo è stato un sogno tradito, aveva buone radici, ma la sua realizzazione storica è stata esecrabile. Falso: le radici comuniste erano marce fin dall’origine, come tempestivamente avvertì tutta la scuola democratica, sia stata essa di stampo socialista, liberale o risorgimentale.
Se Fini venisse a dirci: non sono mai stato fascista, noi gli diremmo di vergognarsi. Invece ci dice che ha sbagliato. Ma Veltroni, appunto, viene a dirci di non essere mai stato comunista. Ero berlingueriano, dice. Perché, Berlinguer cos’era?
La sinistra è indietro, ancora oggi, rispetto alla destra. La spocchia culturale, la loro celebrata classe di pensatori, nulla è riuscito a far recuperare il terreno perduto. E sapete perché? Perché fra gli scheletri della sinistra ci sono defunti del passato recentissimo, cadaveri ancora caldi, conti ancora aperti nel secolare conflitto fra la sinistra di stampo democratico e quella di stampo comunista.
La fiamma non è un mio problema, come non lo sono la falce ed il martello. L’arretratezza della sinistra, la sua reticenza, la sua insufficienza culturale e morale, invece, sono problemi anche nostri, perché sono problemi della democrazia italiana. Ecco perché non daremo tregua, non lasceremo nulla d’intentato per avere, in quella parte dello schieramento politico, forze interamente legittime e spendibili.

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