Politica

L’esercito

Ci sono cose che la sinistra ha sempre combattuto, che, quindi, non si sono mai potute fare, e che, adesso, si fanno proprio perché la sinistra è al governo. Adesso è il turno dell’abolizione dell’esercito di leva, si passa ai professionisti.

L’idea è decisamente vecchia e la coltivammo in anni giovanili. Partivamo dal presupposto che la naia non solo è un gran fastidio, non solo non serve a niente, ma è anche costosissima. Calcolammo che le spese maggiori venivano affrontate per far entrare le reclute nelle forze armate: sarebbe bastato fermare l’afflusso ed il deflusso per risparmiare una montagna di quattrini. Ma non si poteva fare.

Non si poteva fare perché la posizione della sinistra era monolitica ed incrollabile: solo l’esercito di popolo garantisce che non si corrano avventure golpistiche. L’affermazione era di quelle da prendere così e crederci, dato che non è mai stato chiaro in virtù di quale alchimia la presenza di giovani, che avevano l’unico obiettivo di tornare al più presto a casa, potesse servire per evitare le svolte autoritarie. Ma tant’è, e le forze armate professionali sono rimaste un argomento tabù.

Adesso che il governo è presieduto da chi si opponeva allora, adesso che hanno messo Ciuffettino a fare il ministro della Difesa (aiutandolo a resistere al cossighiano desiderio di vederlo dimettersi), adesso si dice: è ora di cambiare, via la leva, avanti i professionisti.

Diavolo di un avvocato Agnelli, destra e sinistra per lui pari son, purché comperino i suoi camion. Diavolo di un avvocato Agnelli, ancora una volta ha avuto ragione.

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