Politica

L’inizio della fine

E’ solo l’inizio, ha commentato Enrico Letta, vice segretario del Partito democratico, dopo l’incontro fra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani. L’inizio? Ma che hanno in testa, in che mondo vivono? L’Italia ha un governo dimissionario da mesi. Si è votato il 24 e 25 febbraio ed era già chiaro a tutti, fin dalla sera di quel lunedì, che la sola possibilità di dare vita a un governo consisteva nella convergenza fra i voti del Pd e del Pdl. Lo abbiamo scritto in tutte le salse. E all’alba del 9 aprile saremmo all’inizio? Forse non è chiaro: sono alla fine.

Se i protagonisti del fu bipolarismo non sono in grado di assumersi le loro responsabilità sono alla fine. Altro che inizio. Ieri si leggevano agenzie che discettavano sul negoziato relativo al luogo dell’incontro, manco si stesse parlando dei governi di due potenze nemiche. Quei due si sarebbero dovuti parlare da più di un mese, stabilendo se l’Italia aveva la speranza di un governo o la prospettiva di elezioni. Oltre tutto non avrebbero messo nei guai il Quirinale, poi ripiegato nell’inconsistente trincea dei (presunti) saggi.

Qual è la novità, che cercano l’accordo sul presidente della Repubblica a prescindere da quello sul governo? Avrebbero dovuto fare l’esatto contrario: formare un esecutivo la cui maggioranza fosse capace di eleggere il nuovo inquilino del Colle.

Gli interessi italiani sono in pericolo, il disagio del ceto medio è pericoloso, la loro incapacità di capire è un moltiplicatore del rischio. Facciano così: niente comunicati su nuovi incontri, solo risultati. O alla loro fine ci sono già arrivati.

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