Politica

L’inutile tranquillità

Dice l’ottimo Silvio Sircana, portavoce unico di un governo dove parlano tutti, che innanzi alla querela del generale Speciale loro sono tranquilli. E per forza, sarei tranquillo anch’io: la querela sarà discussa, se sarà discussa, quando loro non saranno più al governo da anni; il presidente del consiglio gode dell’immunità, così come volle una legge votata dal centrodestra fra gli strepiti forsennati del centro sinistra; ammesso che il giudice non ritenga, com’è probabile, praticamente insindacabili le parole pronunciate nell’emiciclo parlamentare, quella querela è solo una piccola appendice di un’inchiesta penale già in corso. Perché dovrebbero agitarsi, allora?
Per la querela, effettivamente non ce n’è motivo. Ma tanta tranquillità governativa rischia d’essere del tutto inutile, perché il problema politico che si è aperto non potrà essere seppellito sotto la sabbia mobile di una giustizia che non funziona. Il problema è questo: all’interno della coalizione, fin qui assai prudentemente, sia l’ala sinistra che quella destra, sia persone come Salvi che come Di Pietro, contestano a Palazzo Chigi ed a Padoa Schioppa il modo in cui è stata gestita la faccenda. Al centro della quale si trova un Vincenzo Visco che è pur sempre esponente decisivo dei Ds e braccio operativo dell’avanzante dilagare fiscale (sempre che vi siano ancora terre ove possa dilagare). Quindi, delle due l’una: o Visco toglie il disturbo, in ritardo ed amputando il governo del protagonista che ha portato alla scelte politiche fin qui fatte (Padoa Schioppa ha fatto da speaker, o megafono, se si preferisce l’idioma italico); oppure se ne rimane fermo e, anzi, provocatoriamente si fa ritrarre a tutte le cerimonie della Guardia di Finanza, della serie “qui comando io”, rendendo sempre più acrobatiche le capriole logiche di un Di Pietro cui noi non contesteremo l’incoerenza, giacché non abbiamo mai supposto esistesse una sua coerenza.
La terza possibilità è che quest’episodio s’inscriva nel più generale travaglio agonico di un governo nato morto, ma che i parenti non s’adoperano a seppellire perché troppo intenti a disputarsene l’eredità, o, meglio, timorosi di perderla tutti. Anche in questo caso Sircana può ben restare sereno, tanto dura poco.

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