Politica

Lo scambio

Per essere in prima fila nel condannare il “voto di scambio” finiranno con lo scambiare il diritto di voto, perdendolo. Il Pdl sembra ebbro del votare le cose all’unanimità, facendo finta di non vedere, o non essendo capace di capire, che spesso sono le peggiori. Il Pd ha nella sua natura ancestrale la gioia per l’unanimità, ma nella sua pratica quotidiana la scoperta senile delle correnti, sicché dopo aver votato viene normalmente assaltato dagli avversari interni. Per metterla cruda e chiara, allora, propongo a tutti tre cose: a. leggete e imparate da quel che scrive Gian Carlo Caselli; b. nelle democrazie sane il voto migliore è quello di scambio; c. fate entrare i magistrati anche nel sindacare i voti che prendete e quelli che date e poi consegnate le chiavi del Parlamento, spegnete la luce e toglietevi di torno.

Per capire la lezione di Caselli si deve fare una premessa: il quotidiano La Repubblica, con proprie e altre firme del Fpa(pf), il Fronte permanente antimafia (per finta), ha rampognato il Pd per avere accettato che il reato penale scattasse solo in caso di “accettazione”, e non solo di “promessa” dei voti mafiosi; nonché di avere subito l’ingresso diabolico dell’avverbio “consapevolmente”. Scrive Caselli: non avete capito nulla, perché tanto quel che conterà sarà l’interpretazione giurisprudenziale e, del resto, l’accettazione di una promessa non è poi così diversa da una promessa, mentre è ovvio che un reato lo si commette solo consapevolmente (sarebbe una bella legge dello scaioliano contrappasso stabilire che dopo le improbabili difese a base di “a mia insaputa” si possa essere condannati per avere commesso un reato inconsapevolmente!). Caselli, quindi, guarda con commiserazione quanti sbraitano per quelle marginali e inutili correzioni, avvertendo su quanto la nuova legge potrebbe dar modo d’inquisire la politica. Credo che si sbagli sulla valutazione politica, nel senso che chi attacca non è sciocco, ma solo intenzionato a nuocere al Pd, però abbia totalmente ragione nella sostanza tecnica: quelle correzioni non cambiano un bel nulla.

Ma è giusto colpire il voto di scambio? No, non credo. Nelle democrazie mature non si chiedono i voti in nome di ideologie, ma del modo in cui s’intendono proteggere o danneggiare interessi reali e materiali. Il voto di scambio è un voto sano, comunque migliore del voto per fede. Ovviamente la faccenda cambia se lo scambio vai a farlo con dei criminali. Ma, scusate, se ti accordi con la mafia il reato esiste “a prescindere”, per restare al De Curtis. Nella pratica, vorrei sapere: se vince uno di nome Totuccio Sucameli (non esiste, spero), a Palermo, si può ipotizzare voto di scambio con la mafia, ma se gli stessi identici voti li prende, la volta prima e la volta dopo, Leoluca Orlando Cascio invece è la vittoria della libertà sulla mafia? Se la risposta è negativa, quella legge non serve, e se è positiva mi reco volontariamente al manicomio. Perché o sono pazzo io o sono pazzi loro, quanti votano a occhi bendati leggi simili.

Leggi, inoltre, che ignorano il sistema elettorale. Non so se se ne sono accorti, ma i parlamentari li scelgono i partiti, quindi: che cavolo di accordi si fanno, con la mafia? Solo per le amministrative? Inoltre: nel momento elettorale le promesse di voti sono pane quotidiano, da nord a sud, da est a ovest, ma i promittenti i soldi li chiedono, mica li offrono. E nella grande maggioranza dei casi non rispettano i patti. Il mercato zozzo della politica, oggi, lo trovate nell’amministrazione delle candidature, non esclusa la richiesta di quattrini per essere in posizione utile. Se volete chiamatela pure “mafia”, ma è solo decadente e rovinosa partitocrazia senza partiti.

Se lo scambio non deve essere necessariamente in soldi, ma anche in “altra utilità”, per scoprirla e provarla si potrà e dovrà andare a sindacare le scelte amministrative e i voti legislativi del sospettato colluso. Il quale perde la sua libertà, e con lui il Parlamento. Colluso, poi, con chi? Perché a me paiono collusi con la menzogna quanti hanno fatto finta di non vedere le tante minchionerie raccontate da presunti pentiti, ma veri delinquenti, suppongo, però, che nei confronti di questi militi del Fpa(pf) non si sentirà il bisogno di indagare.

Insomma, siamo di fronte all’ennesimo errore che una classe politica tremula e incapace commette per potere far finta che esca dalle loro fauci sdentate un ruggito, al posto del consueto uggiolio. Pur di vestire i panni dell’antimafia prêt à porter sono pronti a consegnare le chiavi di un potere, quello legislativo, che, del resto, non sanno esercitare.

Pubblicato da Libero

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