Politica

Lo zucchero e la pace

Bel discorso, ma solo un discorso. Il presidente statunitense ha cosparso di zucchero i giornali del mondo, gigionando un po’ ed accettando che finisse fra le righe la parte puntuta dell’eloquio: Occidente ed Islam devono combattere gli estremismi. Con il che, però, il celeste cielo della pace si scurisce alquanto. L’idea che, al mondo, ci si abbracci fra buoni è molto parrocchiale, ma occorrerà tenere presenti anche i cattivi.
E’ vero, non c’è alcuna ragione per cui Occidente ed Islam debbano farsi la guerra, né ce ne sono per non potere convivere pacificamente con vicini di casa di religione musulmana. Ad un patto, però: che gli uni non ritengano giusto convertire a forza gli altri, con i roghi o tagliando loro la gola. La pace è una gran bella cosa, e l’Iran può ben prosperare accanto ad Israele. Ma se il primo annuncia di volere cancellare il secondo, nel mentre corre verso l’arma atomica, non è che gli mando un predicatore a suggerire la buona creanza, gli spedisco quel che serve a fermarli. I palestinesi possono ben essere ricchi e felici accanto ad israeliani ricchi e sicuri, ma se ci sono forze del fondamentalismo terrorista, che si battono affinché i palestinesi restino miseri e dannati, in modo da poterli usare contro la stella di David, non è che si possa invitare alla buona volontà, si devono tagliare le vie che portano armi e soldi ad Hamas, nel frattempo eliminando i capi che si espongono.
L’errore è credere che sia in corso una guerra di religione, o di civiltà, in questo modo cedendo al linguaggio ed ai simboli del fondamentalismo. Parimenti, però, è un clamoroso errore credere che la pace sia un derivato dell’accettazione del fondamentalismo, perché quella è la via più sicura verso il massacro. Lo sforzo, pertanto, è quello di portare i governi ed i popoli musulmani a ragionare di convenienza e convivenza, mostrandone i lati allettanti, al tempo stesso chiedendo loro di non tentennare quando si tratta di colpire i nemici, anche se musulmani. Loro, del resto, sanno bene di che stiamo parlando, conoscono la loro stessa storia e misurano il problema della convivenza fra sciiti e sunniti, come quello con altre dottrine interne.
Un nuovo inizio? Splendido, ma se si parte con l’esclusione degli estremisti, temo non sia pacifico proprio per niente.

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