Politica

Meno tasse? Meno balle

Prodi vuol abbassare l’Ici, la Margherita vuole abolirla sulla prima casa. “Meno tasse da maggio”, titola La Stampa. Giusto in tempo per le elezioni amministrative. Il che dà un certo senso di disgusto, perché quella roba lì era contenuta nel programma elettorale del centro destra, già responsabile di non averla tradotta in pratica

nel corso dei cinque anni di governo, e duramente avversata da quanti, oggi, se ne appropriano. Non mi colpisce il “furto d’idea”, ma l’approssimazione, la leggerezza, l’incoscienza collettiva con cui si parla di queste cose.
Per giunta non credo che gli italiani siano proprio tutti e totalmente scemi, e come non si lasciano incantare da una tardiva promessa prima delle elezioni politiche neanche si commuoveranno in occasione delle amministrative. Oltre tutto le tasse, con il governo Prodi, sono aumentate e quelle locali aumenteranno ancora. Le tasse sulla casa, con la rivalutazione degli estimi catastali, cresceranno in modo assai consistente, quindi siamo all’improvvisazione, se non proprio alla presa in giro.
In questo modo non si conquistano voti, ma si getta discredito sulla politica. Con quelle parole non si diventa popolari, ma si scade al livello di politicanti cinici e bari. Al contrario, credo che gli italiani apprezzerebbero un discorso serio, che non parta dal trionfalismo demenziale per una ripresa del prodotto interno lordo le cui cause sono tutte congiunturali e la cui dimensione del tutto insufficiente a recuperare il ritardo rispetto ai concorrenti. Apprezzerebbero una valutazione non disfattista, ma neanche beatamente rosea sull’enorme debito pubblico, che in qualche modo deve essere riassorbito. Sono pronti a pagare, come in effetti ogni hanno pagano e come l’anno scorso hanno pagato in misura massiccia, se si desse significato a quegli sforzi e si mostrasse dove vanno a finire quei soldi. Poi, certo, ci sarebbero ricette politiche diverse. A me piace quella che vede diminuire la spesa pubblica, quindi anche le tasse ed il debito. So bene che questo comporta meno prestazioni, ma credo si colpirebbero in maggior misura gli sprechi. Legittima la ricetta opposta, che tende a tenere ferme le prestazioni, magari anche ad aumentarle, quindi alta la pressione fiscale e cerca nello sviluppo i margini per la riduzione del debito. Ma quella che è buffonesca, invece, è la condotta di chi non diminuisce la spesa e pretende di far diminuire le entrate.
Lo vedono e lo capiscono tutti, ma davvero tutti, che quella è propaganda elettorale. Segno di debolezza politica, ed anche morale.

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