I mercati sono vita e progresso, sarebbe bello se nel mondo ci fossero soltanto mercati. I mercanti diffondono cultura e ricchezza, la competizione aiuta a produrre di più e meglio. È curioso che da più parti (tutte mistiche o ideologiche) si accusi la nostra Unione Europea di essere ‘soltanto’ un mercato. Intanto non è vero, ma lo è che è stata costruita per la pace e per la ricchezza e che un mondo in cui i più ragionassero in questo modo sarebbe un mondo migliore. Ora ci si pongono due problemi: difendere il nostro mercato e aprirne di nuovi a fronte dei prepotenti protezionismi che travagliano quello americano.
La prima questione è intestata alla difesa europea, che si farà. Si è anche stufi di sentir ripetere a pappagallo che in Ue è tutto fermo perché si può decidere solo all’unanimità. Esistono gli strumenti per non infrangersi su questo ostacolo, che è divenuto una scusa. Il Trattato di Lisbona prevede esplicitamente la cooperazione rafforzata fra alcuni Paesi, sfuggendo totalmente non solo all’unanimità ma anche alla maggioranza. È bastevole che Francia, Germania e Italia avviino quella cooperazione, di cui immediatamente farebbero parte i Paesi che hanno confini a Est; è più che convincente la sintonia del Regno Unito e nel giro di poco tempo ci si ritroverebbe con l’adesione di quasi tutti gli altri Paesi Ue. Restino pure fuori i colonizzati dall’influenza russa. Il tutto senza bisogno di sfasciare l’Ue che c’è e meno che mai l’Uem (l’area dell’euro).
Il nucleo di questa operazione esiste già, sebbene con una colorita denominazione: i Volenterosi. Oggi impegnati sul fronte ucraino, ma anche per quello già pronti a coordinare spese e produzioni. Il che farà nascere campioni produttivi di stazza continentale. L’Italia c’è. Il problema non è se si siede a un tavolo o davanti a una telecamera, il problema è piantarla di far finta che l’invio di truppe sia un problema che divide, perché quella è soltanto una scusa, un modo per tenere il piede in due scarpe. Inutile girarci attorno: i Volenterosi esistono perché gli Usa di Trump abbandonano la difesa europea e ucraina. Su questo il governo dovrebbe essere stanato, se non fosse che su questo l’opposizione è rintanata.
Il secondo aspetto, l’apertura di nuovi mercati, è vitale quanto la difesa. I dazi di Trump sono velenosi, ma non faranno sparire il mercato americano delle nostre esportazioni. Lo ridurranno. Posto che avere nuovi mercati è sempre un bene, ora si tratta di aprire in fretta nuovi sbocchi. Far girare i mercati è anche un ottimo modo per allargare l’influenza e con quella la sicurezza. Da questo punto di vista l’Italia è un posto singolare: non ci sono consistenti componenti politiche che facciano del liberoscambismo una bandiera; i sindacati dei produttori (dai campi alle fabbriche) non fanno che chiedere protezioni e sovvenzioni; epperò i mercanti italiani hanno un successo strepitoso nell’esportare. Siamo dei ciclisti che invocano la motocicletta, dei nuotatori che detestano l’acqua, degli aviatori con la paura di volare, ma se ci mettono su una pista, in una vasca o in quota facciamo faville.
Questa singolare condizione influisce su chi fa politica. Leggo che il governo sarebbe favorevole all’accordo di libero scambio con il Mercosur (America Latina). Evviva. Quando non governavano erano contrarissimi. Gianni Agnelli celiava: per far fare politiche di destra ci vuole la sinistra. Non è che gli accordi commerciali siano di sinistra, diciamo che ci si oppone fin quando non ci si trova a gestire quello cui ci si opponeva. Tutto sommato, bene così. Si ricordino di ratificare anche il Ceta, ovvero l’accordo con il Canada (si opposero i soliti, piansero miseria imminente, si partì sperimentalmente e intascarono ricchezza piovente).
Magari il mondo fosse fatto di mercanti. Purtroppo ci sono anche quelli che, incapaci di competere, si vendicano ammazzando. Che è poi la ragione per cui l’Ue, nata in e per la pace, si deve armare per poterla conservare.
Davide Giacalone, La Ragione 4 settembre 2025
