Politica

Mobbing fiscale

Si dovrebbe denunciarli per danno erariale e mobbing fiscale, invece i giornali presentano la cosa come se fosse una cortesia al contribuente. Sabato 14 giugno viene firmato il decreto (Dpcm) con il quale si sposta la scadenza per il pagamento delle tasse (saldo 2013 e prima rata 2014) da lunedì 16 giugno a lunedì 7 luglio. I comunicati ufficiali, copiati e incollati dai gazzettieri, descrivono i “beneficiari” della proroga: quanti rientrano negli studi settore. Beneficiari un corno.

Ogni anno è la stessa storia. Ogni anno lo stesso rinvio, sempre a poche ore dalla scadenza. La domanda è: perché? Risposta: perché gli studi di settore vengono pubblicati sempre all’ultimo minuto, ingenerando un caos che innesca la sicura attesa della proroga. Solo che, in questo modo, a causa dell’inadempienza e dell’inefficienza dell’amministrazione fiscale, lo Stato perde gli interessi sui miei soldi e io pago il commercialista per un tempo più lungo. La prima cosa è danno erariale, la seconda è violazione dello statuto del contribuente. A questo aggiungete che i commercialisti devono lavorare a ritmo serrato, per un tempo più lungo, diventando i collaboratori dell’Agenzia delle entrate, sempre pronti a rimediare i suoi errori e ritardi, ma mettendone il prezzo nel conto del contribuente. Così la professione del commercialista si ribalta: da professionista al servizio del cliente a gabelliere al servizio del fisco, ma a spese del tassato.

Non bastassero i soldi persi e quelli buttati, si susseguono comunicazioni del tipo: gli errori commessi, per questa o quella tassa, non comporteranno sanzioni. Ciò perché il casotto è così gigantesco e i ritardi dell’amministrazione così ingiustificabili che si cerca di addolcire la pillola facendo finta di essere clementi con i cittadini. Invece sono solo alla ricerca di auto giustificazioni. Tanto, poi, se arriva un controllo fiscale ti voglio vedere a sostenere che hai commesso degli errori e non avevi intenzione di evadere. Non ti crederanno e ti trascineranno in giudizio, con ulteriori costi.

Siccome la scena si ripete ogni anno, sempre uguale, ritengo sia doveroso denunciarla come esemplare di un potere arrogante ed esoso, che quando piomba nell’incapacità pretende anche di apparire benevolo e generoso. Il danno collettivo è enorme, quanto profondo è il sonno della magistratura contabile, che pure di quel danno dovrebbe chiedere conto.

Pubblicato da Libero

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