Politica

Monopolisti rifondaroli

Torna alla ribalta il tema del conflitto d’interesse, monotonamente riferito sempre allo stesso, ed al solo soggetto imprenditoriale che ne sembra essere protagonista.

Già questo è il segno evidente che tutto si dibatte attorno alle polemicuzze, e manca di cultura del mercato. Se questa vi fosse si presterebbe maggiore attenzione al più generale tema delle privatizzazioni, e ci si comporterebbe in modo da non dovere dare, domani, ragione al compagno Bertinotti.

Basterebbe leggere le attente considerazioni di Sergio Siglienti per rendersi conto che di tutto si parla, tranne che di quello che sembra essere importante. Noi torniamo a battere sul tasto che abbiamo già più volte suonato : le privatizzazioni sono una cosa e la liberalizzazione del mercato un’altra. Le due cose possono procedere assieme, ma possono anche negarsi a vicenda.

Si prenda il caso di Telecom Italia. Un governo saggio avrebbe prima cercato di aprire il più possibile il mercato alla concorrenza, e, poi, cercato di vendere le proprie azioni Telecom. Un governo con poco tempo a disposizione avrebbe cercato di fare le due cose contemporaneamente. Un governo che bada solo alla cassa ed al potere, invece, privatizza un monopolio.

Dato che privatizzare un monopolio è cosa grave e pericolosa, il governo tenta di ammorbidirne il significato utilizzando due leve : quella della golden share e quella del nocciolo duro. In altre parole : mantiene il controllo strategico del monopolista e sceglie a quali mani affidarne il controllo azionario. Questa operazione si chiama solo per scherzo privatizzazione e, comunque, non è neanche lontana parente dell’apertura del mercato alla concorrenza. Non a caso, difatti, il medesimo governo è in grave e colpevole ritardo su tutti i temi relativi al favorire l’apertura del mercato.

Così procedendo, come avvertivamo in apertura, si finirà con il dare ragione al compagno Bertinotti, il quale dice : se monopolio deve rimanere, mi spiegate perché non lo si lascia in mani pubbliche? Già, glielo spiegate, e, già che ci siete, lo spiegate anche a noi?

Se monopolio rimane (e monopolio rimane) ci vuol poco a capire che l’uso sapiente delle due leve prima ricordate, porta, inevitabilmente, ad una teleguidata riorganizzazione (dire redistribuzione sarebbe avventuroso) del potere economico in Italia. Un tema interessante, che dovrebbe smuovere l’animo di quei candidi che si dimenano per il conflitto d’interesse, dato che il telecomando lo hanno a Palazzo Chigi. Un tema interessante, sul quale sarebbe saggio acquisire l’illuminato parere di Nomisma, che immagino, oggi coincida con quello dell’Iri.

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