Politica

Moralismo & giustizialismo

Pescara e Di Pietro, più che i bagordi natalizi, segnalano il tornare a gola del non digerito, il rigurgitare di quel moralismo senza etica, di quel giustizialismo senza giustizia, di cui s’ingozzò gran parte della politica. Veltroni, prima di protestare per quel che avviene a Pescara, provi a rileggere questo concetto: noi non scarceriamo le persone perché confessano, ma confessando esse rendono possibile la scarcerazione. Mai sentita? Fu la dottrina del pool milanese, che noi additavamo a tradimento del diritto e che lui applaudiva. Traduciamola in pescarese: non scarceriamo il sindaco perché si è dimesso, ma dimettendosi ha reso possibile la scarcerazione. Inciviltà di minore spessore culturale, ma d’eguale matrice. Ora Veltroni protesta, e noi con lui. Noi con coerenza, lui con inconsistenza.
Di Pietro, da par suo, dice ai magistrati di andare avanti, nonostante il figlio. Sbaglia due volte: perché i magistrati dovrebbero andare avanti senza il suo permesso, ed anche senza i suoi applausi; e perché la faccenda lo coinvolge personalmente, visto che suo figlio aveva contatti non normali, grazie a lui, con un uomo da lui nominato, quando era ministro. Ma è un furbacchione, l’uomo del trattore, s’è accorto che dimettersi da genitore non risolve, quindi ha aggiunto: “Un buon padre non può far finta di non vedere se una certa cosa riguarda il figlio. Il mio non ha fatto niente di penalmente rilevante e se vogliamo niente da rimproverargli chissà cosa”. Presa la solita Xamamina, per resistere alla tempesta linguistica, ecco lo scoglio cui s’aggrappa: è vero, mio figlio sollecitava opere pubbliche, ma è un merito, ed è anche vero che segnalava suoi amici, ma “se questo venisse considerato un fatto penalmente rilevante dovremmo mettere il recinto intorno a tutto il Paese”. Et voilà: tutti colpevoli nessun colpevole. Dove l’ho sentita? Con la differenza che tale teoria a me ha sempre fatto orrore, mentre taluni vanno ad intermittenza, modello albero di Natale.
Sia chiaro: non c’è nessuna soddisfazione nel vedere i profittatori di un tempo annaspare goffi ed imbarazzati, perché si tratta sempre della stessa scena, sempre dello stesso disfacimento statuale e morale cui l’Italia s’è inchiodata, affogando la politica in un grande gargarismo demagogico ed inconcludente.

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