Politica

Napolitano telegenico

Basta con politici ed istituzioni in continua passerella televisiva. Parola del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Parlava dal Quirinale, si rivolgeva alle Camere, come previsto dalla Costituzione? No, si trovava in un contesto informale, davanti alle telecamere. Era a Napoli, dove nel viaggio precedente, dopo averci fatto sapere che preferiva far colazione da Gambrinus (che merita la pubblicità) nello stesso bar intrattenne tutti sui temi del lavoro e della napoletaneità. Nessuno ebbe da ridire e, oggi, l’approccio ginocchioni del giornalismo preposto alla raccolta della fondamentale tesi presidenziale era spinto così innanzi da far definire “coraggiosa” la domanda rivoltagli da una ragazza. Mi sfugge cosa ci si guadagni nell’accettare tanto servilismo.
In realtà Napolitano sembra confermare, giorno dopo giorno, la previsione fatta da Cossiga: passai per un esternatore forsennato, ma parlai meno di Scalfaro, meno di Ciampi, ed assai meno di quel che parlerà Napolitano. Detto questo, la questione non è solo di protocollo presidenziale ed è giusto chiedersi se, al di là delle forme e della coerenza, il richiamo del Presidente sia fondato, nel merito. Non credo.
Nell’era della comunicazione elettronica è naturale che anche chi fa politica ed ha incarichi istituzionali sia più esposto. Non infastidiscono i minuti impiegati per parlare, ma il tempo sprecato senza dir nulla. Non indispettisce un politico in televisione, ma il suo degenerare a buffone quando canta, balla, cucina, si tira le torte in faccia. Torniamo alla tesi di Prodi: gli italiani non sono migliori dei loro politici. Ed i politici non sono migliori dell’idea più triste che ci si possa fare degli italiani. Questo mi pare sia il problema.
Alla fine il risultato è paradossale: chi ha qualche cosa da dire è cancellato dai grandi mezzi di comunicazione, perché non intrattiene e non fa spettacolo, non fa il buffone. Chi, invece, preferisce non dir nulla sta sempre lì, a rappresentare il vuoto d’idee e spirito civile. Nel caso Napolitano volesse dire qualche cosa di un po’ meno arraffazzonato e scontato, magari anche un filo più significativo, gli suggerisco questo tema. Tenuto anche conto che la Rai è un’azienda di Stato ed ancora pretende di svolgere un servizio pubblico.

Condividi questo articolo