Politica

Nord e Sud, a sproposito

Ma davvero basta che si sposti qualche punto percentuale, nelle urne, per far partire il circo dei falsi pensosi, di quelli che discettano di Nord e di Sud? I tanti che oggi si stropicciano gli occhi sono gli stessi che non hanno voluto vedere, perché accecati dal pregiudizio e dall’ideologia. Non esiste una “questione del Nord”, così come non esiste una “questione meridionale”. La spaccatura è più insidiosa, perché separa gli italiani fra quanti vivono di trasferimenti pubblici ed economia assistita e quanti strappano il reddito alla concorrenza di un mercato assai più vasto di quello nazionale. I primi s’illudono di poter conservare il passato, i secondi di potere fare a meno dei primi. In realtà abitano nelle stesse famiglie.
Non è il federalismo fiscale che può scassare l’Italia, giacché il principio secondo il quale chi spende deve anche riscuotere è più che giusto. Lo Stato affonda quando la spesa per mantenerlo non corrisponde al beneficio della sua esistenza. Lo Stato non è minacciato dal desiderio delle zone più ricche di non vedere partire i propri soldi per destinazione ignota, è distrutto nelle zone più disagiate, dove viene meno ai suoi doveri più elementari. Leggete i temi dei ragazzi napoletani, che ad undici o tredici anni sanno benissimo d’essere circondati dalla camorra. Lasciate perdere il sociologismo d’accatto, quel che conta non è che i bambini ragionino sulla “protezione”, ma che sappiano con certezza chi sono e dove si trovano i camorristi. E lo Stato? Se lo sanno i bambini, com’è che non sono in galera? Risposta: perché la giustizia fa pena, le carceri sono alberghi di passaggio, la repressione senza giustizia è solo violenza momentanea e, infine, la camorra controlla il territorio meglio dello Stato.
Se la spesa pubblica fosse indirizzata a far valere le leggi e la sovranità dello Stato, sarebbero soldi benedetti. Ma se finiscono in burocrazia regionale, che con gli stipendi lenisce la miseria degli assunti e propizia quella di tutti gli altri, allora la protesta è d’obbligo. Gran parte della spesa pubblica destinata al Sud serve a conservare il sottosviluppo. Va fermata, non aumentata. Assicurare sicurezza e giustizia, però, è un dovere dello Stato. Esponenti importanti della Lega hanno avuto ed avranno ruoli chiave. Se ne ricordino.

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