Politica

Orizzonte

editoriale giacalone 26 ottobre 2023

Oggi si apre il Consiglio europeo, l’incontro fra capi di Stato e di governo europei. Ieri, rivolgendosi al Parlamento italiano, la presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza e la positività del ritrovarsi tutti i Paesi Ue al fianco di Israele. Come ci si è ritrovati assieme dalla parte dell’Ucraina, aggiungerei. Trovarsi su una posizione comune non significa avere una comune politica estera ma, vista la rilevanza dei temi, è già molto. Al Consiglio europeo, quindi, Meloni si troverà a suo agio. Come le capita con la politica estera, assai più che con quella interna. In Senato ha usato toni un po’ da comizio, nel rammentare che la maggioranza è unita e durerà l’intera legislatura. Si può osservarlo in modo meno propagandistico: gli equilibri internazionali dominano la scena e una opposizione divisa su questo tema è non soltanto in minoranza, ma anche in fuorigioco.

Epperò si segnala una singolare contraddizione: chi fece campagna antieuropea, chi anche criticò le sanzioni alla Russia dopo l’annessione dell’Ucraina, chi ha fra gli alleati chi ritenne Putin valesse più del doppio del Presidente Mattarella, oggi si riconosce pienamente (e giustamente) nelle posizioni internazionali dell’Occidente democratico, ma fa fatica a riallineare le posizioni sulle questioni di mercato e diritto, trattenuto più qui che sulla politica estera dalle cose (sbagliate) dette in passato.

A chi, ieri, le ha chiesto del Meccanismo europeo di stabilità Meloni ha risposto: non è all’ordine del giorno del Consiglio europeo. Non lo è perché è già stato approvato, è già stato ratificato ed è già stata approvata anche la riforma, ratificata da tutti e non dall’Italia. Soltanto dall’Italia. Se dovesse tornare all’ordine del giorno – il cielo non voglia – sarà per occuparsi della renitenza italiana che, oltre tutto, contraddice una decisione presa da un fu governo Berlusconi. Meloni ha trovato il coraggio di dire che si era sbagliata sulle sanzioni alla Russia, trovi quello non per ripetere d’essere stata in errore (che non serve) ma per chiudere questa piaga. Tanto sappiamo tutti che dovrà essere chiusa.

Anche perché, se non ci riesce, le capiterà che fra i suoi sostenitori cresceranno le voci che aumenteranno i guai, credendo di interpretarne il pensiero e magari sperando di dire quel che lei non può più dire. Guardi, ad esempio, a politici e ministri della destra, come anche a giornali e commenti che hanno in simpatia il governo in carica, i quali vanno raccontando che in Italia si vorrebbe ‘tutelare’ i consumatori di energia elettrica (cioè noi tutti), mentre l’Europa (e ridagli, si chiama Unione europea) sarebbe contraria. Ma è una bufala, che rischia d’incornare chi la scatena.

Intanto il mercato ‘tutelato’ non è quello dei meno abbienti, ma quello di chi non ha ancora liberamente scelto un fornitore d’energia elettrica. Una minoranza di utenti. La concorrenza esiste già, renderla piena è il modo migliore per impedire speculazioni al rialzo dei prezzi e lasciare ciascuno libero di scegliere la formula che preferisce, visto che ci sono offerte le più diverse, con bollette bloccate o variabili. Insomma: tenersi il mercato ‘tutelato’ non ha nulla di ‘sociale’, è solo una pretesa che contraddice gli impegni presi nel momento in cui si sono presi i soldi europei di Next Generation Eu. Cosa condivisa da tre governi, compreso quello in carica.

Non serve a nulla andare ad aprire conflitti immaginari, tanto più che sono in arrivo problemi veri. Per far quadrare i conti della legge di bilancio hanno dovuto far ricorso a una serie di gabelle che, sicuramente, avrebbero preferito risparmiarsi. Ma i conti non tornano ancora, perché nel 2024 il peso del debito sul Pil rischia di essere crescente. E il solo alveo di protezione è quello Ue, ovvero lo stesso che lo farà notare e pesare.

La politica estera è importantissima, ma è sul resto che si misura la lunghezza d’orizzonte di chi governa. E per durare governando non basta dire che il governo durerà.

Davide Giacalone, La Ragione 26 ottobre 2023

www.laragione.eu

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