Politica

Otto per uno

Anche io, come la Lega Nord ed il suo leader, Umberto Bossi, sono contrario all’otto per mille, specie perché vengono prelevati anche soldi miei, che non firmo nell’apposito spazio. Il che dimostra quant’è strana la vita.

I leghisti me li ricordo cattolici tradizionalisti, condotti dalla vandeana Irene Pivetti, che ora si esibisce coperta di nero lattice e non ha problemi a definir corbellerie le cose che diceva un tempo. Poi li rividi esibirsi in un rito fiumano, appena meno sofisticato di quello che praticano i cretini che si ritrovano a Villa Borghese, chiamandola la terra di mezzo. Sembrerebbe un gruppo di mattocchi, che mosse la padania profonda contro l’esosità fiscale dello Stato, ed oggi governa aumentando la pressione fiscale. Invece è gente che ha capito più di Sartori.
L’ex costola della sinistra, gli ex compagni di strada che appoggiavano Milosevic nel mentre gli si regalavano denari, hanno capito il succo del maggioritario all’italiana, trasferendo in questo i dettami del marginalismo. Bossi, uomo di raffinata sensibilità, originariamente difensore del sistema proporzionale, capì al volo l’affare della vita: è vero che i sistemi maggioritari dovrebbero servire a tacitare le minoranze e dare alle maggioranze la forza di governare, ma, nella versione italiana, servirà all’esatto contrario: portare una minoranza ad essere maggioranza di governo.
Fosse capitato una volta sola, sarebbe un caso, ma Bossi c’è già riuscito tre volte. E’ lui che tiene al guinzaglio la maggioranza, che sia di destra o di sinistra. Ma siccome è un politico verace, non pago del potere, ma sempre alla ricerca di visibilità, ogni tanto inventa una mattana e costringe gli altri a prenderlo sul serio.
Così, oggi, siccome il papa ha pronunciato un paio di parole in romanesco, costringe tutti a parlare della sua reazione. Io non ci casco, quindi cambio argomento: il federalismo proposto dal governo, sempre su sollecitazione di Bossi, è una gran cavolata.

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