Politica

Pippo, la Rai ed il governo

Sanremo è roba da matti. Non mi riferisco al vincitore canoro, ma allo spettacolino allestito in coda, colmo d’ipocrisia. L’unionista Pippo Baudo (cofondatore di un partitello il cui leader oggi siede fra i parlamentari della sinistra) dice di dissentire da Prodi e da Gentiloni perché nelle proposte di quest’ultimo vede la privatizzazione della Rai.

Ci dica, adesso: dove la vede? Giacché il disegno di legge Gentiloni non ne parla affatto, mentre la bozza da questi presentata per la discussione, che è assai lontana dall’essere un testo da sottoporre al Parlamento, e che s’occupa della Rai, dice l’esatto contrario: non si privatizza un bel niente, si passa la Rai, tutto compreso, ad una fondazione, e si nominano i vertici per via politica. Una portentosa novità. Già all’epoca della legge Gasparri mi capitò di dover avvertire che non c’era alle viste nessuna privatizzazione della Rai, benché i giornali non parlassero d’altro. E se certa gente, Baudo compreso, avesse la carità di leggere e studiare prima di parlare eviteremmo di dover parlare a lungo del nulla.
La privatizzazione della Rai non c’è, ma sarebbe utile. Anche per potere rendere ricco Baudo. Io la vedo così: se per organizzare uno spettacolo si pagano gli intrattenitori a suon di milioni, se s’invitano soggetti che fanno pochino e prendono tanto, sono affari degli organizzatori. Se riprenderanno i loro soldi, con sponsorizzazioni e pubblicità, buon per loro, se guadagneranno meglio ancora. Ma se i soldi ce li metto io, se arrivano da una tassa che sono obbligato a pagare, se si chiede alla fiscalità di contribuire, allora quello è uno sconcio, un insulto. Baudo e la bionda che tanto ci tiene a mettere in piazza i fatti suoi, adeguatamente retribuita, siano pure ricchi, ma non a spese mie. Finché la Rai sarà una televisione di Stato, finanziata con i soldi delle tasse, finché continuerà a negare di essere quel che è, ovvero una televisione commerciale, le retribuzioni elevate non saranno mercato, ma scandalo.
La soluzione non è impoverire Baudo, ma privatizzare la Rai. E’ comico, è da matti, che sia proprio il beneficiario a scagliarsi contro una proposta che non c’è e sarebbe bene ci fosse. Ne parlò Prodi, ne accennò anche Gentiloni, poi, giunti al governo, con in mano le nomine, tutto archiviato. Diteglielo, a Pippo.

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