Politica

Prima di tornare a votare

Dire: “si torna alle urne”, non ha un gran senso. Oltre tutto non è possibile. Alle urne ci si tornerà ben prima dei cinque anni che dovrebbe durare la legislatura, ma si deve eleggere il Presidente della Repubblica e si deve fare un governo che vari la legge finanziaria. Occorre mantenere i nervi saldi e guardare con rispetto a quella stragrande maggioranza d’italiani che ha votato con civiltà e calma. Guardiamo i fatti.

Non è vero che l’Italia è “spaccata in due”, come ripetono monotonamente molti commentatori. Semmai l’Italia reale ha divorziato dalla rappresentazione che ne hanno dato i giornali che si pensano e si credono grandi, ma questo è un bene. Gli elettori hanno votato in gran parte formazioni politiche che potrebbero assicurare un governo al Paese, ed è la forma bipolare che oggi non consente di raccogliere i frutti del voto. Il nostro non è una sistema presidenziale, non c’è l’elezione diretta del capo del governo, rimaniamo una Repubblica parlamentare. Quindi non basta vincere di misura, per un capello, non si regge un governo con i senatori a vita. Chi ha affermato di avere vinto è in pieno delirio, ed è da irresponsabili alimentare il clima di spaccatura.

Al tempo stesso, indietro non si torna. La nostra è rimasta una Repubblica parlamentare, ma gli ultimi quattordici anni hanno fatto fuori i partiti politici. Che erano storia, ideali, talora ideologie, uomini, donne, militanti. Oggi c’è un orto botanico, i nuovi contenitori aggregano comitati elettorali. Questo significa che la “solidarietà nazionale” è, che se ne pensi bene o male, fuori dalla storia. Quindi si devono distinguere i doveri e le responsabilità della politica (compresi noi commentatori) da quelli istituzionali.

Sul primo piano è ora di finirla con la guerra civile a sfondo morale. Il centro destra non ha vinto le elezioni, come non le ha vinte il centro sinistra. Il centro destra ha preso la metà dei voti non perché c’è una pletora d’Italiani che aspirano a delinquere, evadere e sognare bugie, ma perché c’è la metà del Paese che s’è abbondantemente rotta le palle di sentirsi dare del delinquente, dell’evasore e del bugiardo. Basta. Se a sinistra c’è qualcuno che non lo capisce, lo buttino fuori, chiamino l’ambulanza, se ne liberino.

Sul piano istituzionale c’è la possibilità di far vivere un governo capace di fare quello che in campagna elettorale non si è riusciti neanche a dire. Conviene alle componenti ragionevoli di una parte e dell’altra. In modo che al prossimo giro, presto, ci si torni a scontrare proponendo ricette diverse per il futuro dell’Italia.

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