Politica

Prodi e le intercettazioni

Confesso che comincio ad ammirare Romano Prodi: fa, alla grande, quello che vuole nel mentre i suoi avversari, interni ed esterni, affondano nell’impotenza e nella palta delle intercettazioni. Prodi ha compreso la natura miserabile di questa politica, ma piuttosto che correggerla la usa per sistemare banche, compagine aeree, società delle telecomunicazioni e dell’energia, per tenere in mano il potere reale. Il resto sono bubbole, richiami di Napolitano compresi.
Gli altri sono sotto scacco perché sono incapaci, lui è il più bravo. Esaminiamo l’ultima faccenda delle intercettazioni, per capire quanto sarebbe facile risolvere i problemi, se solo esistesse la politica vera. Le intercettazioni arrivano sui giornali, ora anche in audio, e questa è già una violazione delle regole. In condizioni normali la tappa successiva è l’inchiesta penale sul tragitto di carte e bobine. Al contempo, tocca a politici e giornalisti dire a se stessi che utilizzare tutto pur di distruggere gli avversari comporta l’imbarbarimento del Paese, e se si continua a guardare dalla serratura del gabinetto lo spettacolo sarà conseguente (chiedetelo ad Otello e Desdemona). Invece capita il contrario e si mena scandalo per il contenuto delle spiate, lamentando un novello decadimento morale. Parliamone.
Le raccomandazioni esistono ovunque e sempre esisteranno, ma diventano roba socialmente nociva quando il conto devono pagarlo i cittadini. In Rai la percentuale di familiari, amici e raccomandati è impressionante, ma la soluzione non sta nel lanciare una ridicola campagna di moralizzazione, bensì nel privatizzare il baraccone. Chi non si muove in tal senso è corresponsabile del degrado e dell’inevitabile lottizzazione. E veniamo alle attrici: l’idea che dei senatori si rivolgano al capo dell’opposizione con simili richieste è di una tristezza sconfinata. Il problema è: come è stata selezionata questa gente? Non sono le ragazze a dover inquietare, ma i loro protettori con scrano parlamentare.
Se esistesse la politica vera si metterebbe mano a riforme serie della giustizia e della comunicazione, anche tessendo accordi fra le persone ragionevoli delle due sponde politiche. Ma a noi sembra piacere lo sguazzare nel trogolo, nel mentre il più bravo sopravvive a dispetto di Costituzione e ragionevolezza.

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