Politica

Quirinale nel vicolo cieco

Le elezioni sono un rimedio per i mali d’Italia? No. Sarebbe meglio avere una maggioranza ed un governo capaci di riformare il sistema elettorale e, nel frattempo, dare respiro all’economia reale? Sì. Ma siccome la seconda cosa è, al tempo stesso, non possibile e costituzionalmente pericolosa, è meglio accorciare l’agonia ed aprire le urne. Al Quirinale si sentono male, perché la broda del governo Prodi fu allungata proprio dalla pretesa presidenziale di una nuova legge elettorale, ma riflettano su alcuni punti e comprendano che le elezioni sono, anche per il colle più alto, la soluzione più ragionevole.
Una riforma non costituzionalmente indecente deve andare in senso maggioritario, così come chiedono i referendum. C’è già un testo, proposto da Veltroni. Condiviso da Berlusconi, ma avversato da quasi tutti gli altri (non da Rifondazione Comunista). Se si prende quello si apre la guerra civile in entrambe i poli, il che porta alla capitolazione di Veltroni ed alla fine dell’accordo. Tempo perso. Gli altri schemi sono sostanzialmente truffaldini e barocchi, tanto varrebbe votare i referendum, ma con un’avvertenza: se passano il vincitore delle elezioni porta a casa la maggioranza assoluta degli eletti in tutto il Parlamento. Cosa che spaventa tutta la sinistra e fette consistenti della destra. Se il Quirinale si mette a far melina, insomma, caccia tutti in un vicolo cieco. E c’è dell’altro.
Prodi non ha torto quando dice che la sua coalizione aveva preso l’impegno di durare un’intera legislatura. Sbagliò, per arroganza e cecità, nel pretendersi vincitore delle elezioni. Però è vero che gran parte di quegli eletti siedono alla Camera grazie al premio di maggioranza. Al Quirinale possono pure fare finta che tutto questo non esista e che valgano solo le regole di prima: niente vincolo di mandato parlamentare e maggioranza quale che sia. Ma come fanno a sostenerlo se taluni parlamentari sono tali proprio perché vincolati alla coalizione? se la (ex) maggioranza pretende d’essere tale per diretto mandato elettorale? Un nuovo governo, la cui maggioranza nascesse accattando qualche preteso centrista con il baricentro in crisi, sarebbe, pertanto, un orribile sfregio istituzionale, ed una presa in giro. Meglio chiudere la partita, prima che qualcuno chiuda lo stadio.

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