Sono favorevole al rientro in Italia dei Savoia, non certo perché si debbano riconoscere i loro inesistenti meriti, ma solo perché si deve prendere atto della loro totale irrilevanza.
Sono cessati i pericoli che indussero la Costituente a porre quel divieto, che, pertanto, diventa inutilmente vessatorio nei confronti di una famiglia (con l’aggravante anacronistica della limitazione alla discendenza maschile). Al tempo stesso trovo tragicamente ridicolo che i quotidiani italiani dedichino la prima pagina e quelle successive, per almeno due giorni, alla morte di colei che fu moglie del re di maggio.
Trovo assolutamente fuor di luogo che si manifesti alla famiglia il cordoglio in nome di tutti gli italiani. E trovo, infine, che tutto questo sia frutto di un mal digerito fritto misto di storia nazionale. Maria Josè merita rispetto, come tutte le persone che oltrepassano la soglia fatale, ma descriverla come una sorta di stella polare della lotta antifascista è assurdo. L’allora principessa pranzò con Hitler e ascoltò le di lui lodi alla soave bellezza dei di lei tratti ariani. Che cavolo! Certo, la principessa poi notò infastidita che il tedesco mangiava la cioccolata con il coltello e la forchetta, il che, lo ammettiamo, davvero non si fa. Epperò non riesco a considerare quello come il peggiore sgarbo che baffetto fece alle buone maniere. Certo, la principessa disse poi che se avesse avuto una pistola avrebbe voluto sparare a quel tedesco sanguinario. Resta il fatto, però, che al regale pranzo non ebbe modo neanche di schiaffeggiarlo con il guanto. Il che non si fa, lo sappiamo, e ben comprendiamo il rispetto del ruolo e dell’etichetta.
Difatti nessuno pensa che Maria Josè non sia stata una persona rispettabile solo perché non ha agito violentemente in quel frangente, ma nemmeno, adesso, la si può accompagnare alla tomba come fosse un’eroina. Che tornino, i Savoia, ma vivano a casa loro e li si seppellisca al cimitero. Se uno di loro muore proveremo lo stesso sentimento di cordoglio che proviamo per chiunque altro. In quanto ai giornali, ebbene, proprio non perdono nessuna occasione per mostrare da che razza di persone sono fatti.