Politica

Rigiro o raggiro

Si tratta di un rigiro o di un raggiro dell’Italia, in 80 provvedimenti? I mezzi di comunicazione sono corsi a fare riassunti e schemi dei provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri, ma, diciamoci la verità, s’è trattato di un collettivo “copia e incolla”, usando come guida il comunicato emesso da Palazzo Chigi. Né si può andare molto oltre, dato che per approfondire la conoscenza e il giudizio non si può fare a meno di leggere i testi, non ancora disponibili nel sito della presidenza. Sappiamo che si tratta di un decreto e due disegni di legge. Alcuni dei contenuti di uno dei ddl, relativi alle semplificazioni, sono stati annunciati come decisioni prese, come se fossero cose fatte, il che è, a dir poco, prematuro. Nell’insieme: molte cose buone e giuste, molte già sentite, molte solo allo stadio dell’annuncio, nessuna che riguardi e incida sul debito e la spesa pubblica, nessuna che faccia scendere la pressione fiscale. Al di là di ogni altra considerazione, quindi, non è da questi testi che potrà derivare alcun salto produttivo. Ciò non toglie, ripeto, che ci sono cose buone.

E’ bene, ad esempio, che si possa chiedere un risarcimento alla pubblica amministrazione che ritardi rispetto ai tempi stabiliti. Ma non c’era già stata una legge istitutiva della class action verso la burocrazia pubblica? Allora scrissi che non era una class action, ma solo un’azione collettiva (cosa ben diversa), alcuni vi videro il sol dell’avvenire, altri la minaccia che avrebbe divelto lo Stato. Nei fatti: non è successo nulla. Appunto.

Si parla del documento unico digitale, che è cosa più che giusta. Ma della Cie (carta d’identità elettronica) si parla da un ventennio, fermi alla lite fra striscia, cip e su quali dati caricarvi. Contesa a sua volta generata dalla scelta di quale ministero debba gestire l’operazione, nonché celante la guerra fra i diversi potenziali fornitori. Non ricordo quante volte è stato annunciato che era ora di finirla e passare ai fatti, sicché festeggerò solo quando qualcuno dirà in quale modo e con quali decisioni sono stati sciolti quei nodi.

Torna l’obbligo della mediazione prima di accedere a un processo civile. Vedremo come, perché la prima volta fu la Corte costituzionale a smontare tutto. In ogni caso: la mediazione va benissimo, ma funziona solo se funziona il processo vero e proprio. Deve essere il timore della condanna a sollecitare chi ha torto a venire a un accordo. Esempio (di grande attualità): il cliente non paga e se la ride della causa, che verrà decisa negli anni, perché mai dovrebbe aderire a una mediazione, se non ha paura che la causa sia discussa e che la sua resistenza passiva gli procurerà un danno? Se si tratta solo di ritardare ulteriormente il pagamento gli conviene incaponirsi.

La non pignorabilità della prima casa, come la più lunga rateizzazione del dovuto all’erario, generano titoli e sollevano l’animo di quanti si trovano in condizioni di grande precarietà. Ma è bene non essere ipocriti, perché da quei provvedimenti deriverà un minor gettito fiscale. Come pensano di compensarlo? Perché se qualcuno osa immaginare di aggiungere fisco da quale che sia parte, in modo da venire incontro ai morosi mettendo sul conto di chi paga, c’è il rischio che si perda la calma. E’ la pressione fiscale che deve diminuire, ma non per mancata riscossione, bensì per calante pretesa. Questo capitolo, comunque, ci aiuta a dire anche un’altra cosa: come si dimostra, come abbiamo costantemente sostenuto, questo genere di lotta all’evasione fiscale non è una guerra contro i ricchi profittatori, ma contro i poveri disgraziati. E che siano disgraziati per malasorte o per cattiva condotta, alla fine dei conti, non fa una gran differenza.

Il taglio dei costi della bolletta elettrica è gran bella cosa, ma il corrispondente taglio dei contributi alle fonti rinnovabili è già stato fatto? Non credo, perché ove così fosse qualche urlo di dolore si sarebbe sentito, da quella parte. Se, però, non è stato fatto, qui non solo siamo all’annuncio, ma alla prospettazione della bistecca fumante nel mentre il vitello sta ancora pascolando.

Non si tratta di far gli scettici, ma neanche di assecondare colpevoli superficialità.

Pubblicato da Il Tempo

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