Politica

Sacrificati

giacalone editoriale 5 ottobre la ragione

Sacrificati lo siamo adesso, dovendo mettere fra le sofferenze pure le parole del ministro Giorgetti sul sacrificarsi. Si commetterebbe un grosso errore a liquidare imbarazzati quel che ha detto, perché ha ragione. Il primo sacrificio lo deve però fare lui, altrimenti la sua credibilità sarà pari a zero e verrà battuto da uno che continuerà a fare quel che faceva lui.

Sacrificati lo siamo adesso, perché spendiamo 80 miliardi l’anno – e presto saranno 100 – in remunerazione del debito pubblico. Sacrificati lo siamo stati per un trentennio di avanzi primari, ovvero di bilanci pubblici con entrate superiori alle uscite prima di pagare gli interessi, accompagnati a un debito che aumentava sempre in valore assoluto e oscillava talora in percentuale sul Prodotto interno lordo, continuando a crescere nel medio periodo.

Ci siamo svenati a vuoto. Come abbiamo fatto? Ci siamo riusciti perché appena qualcuno si permetteva di dire che il debito era un problema reale e si doveva evitare di farlo crescere c’era lì un altro che s’alzava a dire che non era vero niente, che era una pura illusione per contabili asserviti ai poteri occulti e che si poteva comodamente e sovranamente scialare. Giancarlo Giorgetti è una persona seria e sapeva benissimo come stavano le cose: lo sa da molti anni, ma sono i medesimi anni in cui è stato eletto in liste (quelle della Lega) che proponevano di uscire dall’euro per fare più debiti e dicevano di volere cancellare la legge Fornero per dare più pensioni a tutti. Giorgetti sapeva che erano cretinate irresponsabili, ma incassava il dividendo.

E del resto, se non lo avesse fatto, se avesse detto quel che sapeva e quel che pensava, sarebbe stato fuori. E se avesse convinto tutto il suo partito (la vedo dura) allora lo avrebbe portato alla sconfitta, superato da altri più irresponsabili di lui. Difatti, non appena lui e i suoi sono stati fuori dal governo la sinistra c’è tornata assieme ai pentastellati e hanno varato il bonus 110%, che resterà nella storia come la più enorme e ingiusta delle irresponsabilità. Il che, però, non diminuisce le colpe di questo o di quello, ma moltiplica quelle di tutti. Quindi: Giorgetti ha ragione, ma cominci con il fare il sacrificio che la ragione odierna impone, ovvero confermare di avere raccontato palle agli italiani o di averle assecondate.

Sarebbe bello poter dire ai quattro gatti che leggono queste righe: non votate mai più per questi, votate per quelli altri. Mi piacerebbe assai, ma non ci si riesce perché i migliori sono come Giorgetti, ovvero capaci di approfittare senza esagerare nell’esporsi. Troppo poco: così non si è credibili e così no, i miei soldi non ve li voglio dare. Pago sempre tutto il dovuto, ma me li dovete togliere con la forza della legge e con la faccia tosta dell’avere sostenuto il contrario.

In contemporanea si insediava il nuovo governo francese e il suo capo, Michel Barnier, ha evocato la patrimoniale per abbattere il debito. In Italia di patrimoniale non si può parlare, perché si fa finta che non esistano e invece ce ne sono già molte. La falsità della politica è ricambiata con la slealtà fiscale, in attesa che ci si condoni a vicenda. Il guaio di Barnier è che se non spiega come si eviterà di far ricrescere il debito – ovvero come si modifica lo Stato sociale e come si fa crescere la produzione, come si evita che anziché i bisognosi si aiutino i nullafacenti e le rendite siano più allettanti dei guadagni – il patrimonio privato sarebbe chiamato a metterci una pezza, per poi riaprire il buco. E no, anche questa è una proposta irricevibile.

Giorgetti ha ragione, ma siamo al punto in cui o si decidono a essere credibili o la sostituzione con il prossimo demagogo bugiardo avviene in tempo reale, a cura dei suoi stessi compagni. Così da restar sacrificati anziché liberati da tanta irresponsabile mediocrità. Sempre ricordando che la colpa non è solo di chi racconta balle, ma anche di chi crede sia furbo fare la scemata di crederci.

Davide Giacalone, La Ragione 6 ottobre 2024

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