Politica

Scirocco, vento dal Sud

Quando soffia lo scirocco si crea un’atmosfera irreale. Le strade si svuotano, le case si serrano, le attività si rimandano. Tutte le forze sono concentrate nell’aspettare che passi e nel conservare il fresco immagazzinato prima che il vento caldo cominciasse ad arrostire la vita. Molti, troppi dei soldi

spesi per il Sud somigliano allo scirocco. Più corrono e meno si respira.
Dopo che è stato minacciato un “partito del Sud”, pare che lo scontro si sia placato. Chi protestava ha avuto ascolto, la promessa di un nuovo piano di spesa è arrivata. In Sicilia, assai saggiamente, si dice: “una parola è picca, e due sunnu assai”. Una parola può non riuscire a dire tutto, ma due sono già un’esagerazione. Qui ne sono scorse tante, ma non hanno chiarito due punti fondamentali. Il primo: i soldi serviranno a fare cosa? Se ci fosse un piano, un elenco d’investimenti infrastrutturali, si potrebbe utilmente discutere su quali privilegiare, usando il metro della minore o maggiore capacità di far da volano alla ripresa economica. Se i progetti mancano, o se sono talmente tanti da essere come inesistenti, rimane il dubbio che si stia finanziando non il Sud, ma la sopravvivenza di una classe dirigente. E dato che questo sospetto ha un qualche fondamento, c’è da chiedersi se i soldi saranno diretti solo dove si concentrano i rivoltosi, quindi in Sicilia, o se c’è una visione un po’ meno dipendente dalla contingente necessità di contenere la secessione politica.
Il secondo: chi gestirà la spesa? Vedo che, con scarso senso della storia e dell’orrore, si torna a parlare di Cassa del Mezzogiorno, scomodando i padri pensatori di un meridionalismo che ha, oltre tutto, fallito molti dei suoi obiettivi. La citazione, però, serve ad avvertire: guardate che i soldi potrebbero arrivare, cari politici isolani, ma non sarete voi a maneggiarli. Il che, sia detto con chiarezza, sarebbe, per loro, peggio che non averli.
Lasciare questi dubbi nell’indeterminatezza è pericoloso, anche se a taluni può sembrare furbo. Chiedetelo ai pescatori: puoi uscire la mattina, ballando sulle onde del maestrale, ma a mezzodì lo scirocco può già lessarti il cervello. Si deve conoscerlo, non fidarsi delle apparenze. Nelle isole sicule, quando capita, partono gli autoctoni, per salvare il cummenda nordico, che con il suo esageratamente costoso barcone, modello nave, e con i suoi marinai pirla ed in divisa, è già sugli scogli e chiede aiuto, con la sciura che rivuole il gonnellone e le sue amiche di Cortina. Non è saggio scherzare, con lo scirocco.
La spesa pubblica ha fatto miracoli, nel Sud. Le condizioni di vita, oggi, non sono neanche paragonabili a quelle viste da Carlo Levi, quando immaginava che neanche Cristo si sarebbe spinto oltre Eboli. E li ha fatti anche al Nord, bastando pensare al Veneto, che usciva da una miseria oggi inimmaginabile. Il guaio è che non è riuscito ad innescarsi un circuito produttivo virtuoso, con molte condizioni d’arretratezza, a partire da una delinquenza organizzata che nessun Paese civile tollererebbe, che sono divenute funzionali alla conservazione del potere in capo a pochi. Non c’è solo la mafia, capace di esercitare un serrato controllo territoriale, c’è anche la camorra, che oggi ricicla le sue ricchezze nel mondo e sottrae sovranità allo Stato, c’è la ndrangheta, ricca quanto sanguinaria. Ed è anche capitato che intere zone effettivamente produttive siano finite sotto il dominio di queste forze, anziché sotto quello dello Stato, che con la sua spesa le nutriva. Di questo non sento parlare, non vedo nuove classi dirigenti che reclamano, prima di tutto, la legalità. Non c’è la protesta civile di chi rimprovera allo Stato questo imperdonabile fallimento. Assistiamo, invece, a nuove richieste di spesa. Non sappiamo esattamente per cosa, non sappiamo neanche a cura di chi.
Il clima si fa appiccicoso, ed a questo mi ribello, da meridionale. La scena non è nuova: per autoconservare la presa elettorale di pochi si alimenta l’idea che i meridionali desiderino campare a spese di altri. Acconsentire significa aiutare il peggio a non passare mai, aiutare la storia a restare ferma. Non è una questione di schieramenti, perché a destra come a sinistra si affannano nel tenersi buoni ed amici i propri rappresentanti, rafforzandoli nel gestire clientele e rapporti equivoci. Ma non è scirocco, non basta barricarsi in casa, nessuno può sentirsi estraneo, nessuno assolto. Il Sud attende la propria rivolta civile, i soldi mal spesi servono a soffocarla.

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