Politica

Se il Polo occupasse la Rai

Se il Polo, la maggioranza di governo, o la casa delle Libertà, chiamatela come vi pare, occupasse la Rai, sarebbe un gran bene. Ma dovrebbe occuparla sul serio, in modo totale, negando un posto d’usciere a chi non sia allineato (il che comporterebbe un quasi totale ricambio dei dipendenti). Dovrebbe occuparla “militarmente”, come dice Mussi, che, però, non sa quel che dice.

Solo se ciò avvenisse, solo se questo sogno si realizzasse, sarebbe, finalmente, possibile trovare le forze per dire: basta, adesso si vende tutto. Invece non avverrà. Purtroppo non è così che andranno le cose. Non si toccheranno i diritti fin qui acquisiti; i nominati e miracolati della sinistra non correranno il rischio di dover iniziare a lavorare; i nominati della destra avranno, presto, qualche crisi di coscienza, che li porterà ad entrare nell’ovile delle “forze democratiche”; la razzia di cariche ed incarichi porterà qualche beneficio ai sorteggiati, ma non trasformerà il taglio editoriale di un’azienda con i conti in disordine. Il che significa che l’odierna sinistra, l’odierna opposizione, non troverà il coraggio e la forza, la lucidità e la lungimiranza per dire l’unica cosa utile: la Rai deve essere ceduta al mercato, possibilmente prima che si riduca come l’Alitalia.

La sinistra non modificherà la sua storica posizione, la sua intrinseca natura di componente politica consustanziale alla Rai. Il suo essere partito-Rai. Così come lo è stato nei lunghi anni che l’hanno vista difendere, ad oltranza, tanto la lottizzazione quanto il duopolio.

La destra non ha filo con cui tessere politica. Oggi nomina, domani i nominati non saranno granché utili, dopodomani passerà la mano. Se, almeno, espugnasse tutto, se, come dicevano una volta, non facessero prigionieri, allora, almeno, provocherebbero un sussulto politico dall’altra parte.

Ma, al di là delle chiacchiere e degli strilli, non è così che stanno le cose. Quello cui assistiamo è solo un passaggio d’una storia che si ripete. A meno che ?. a meno che non si utilizzino gli spiragli della Gasparri per risolvere il conflitto d’interessi. Allora sì, che se ne vedrebbero delle belle. E allora sì che la sinistra s’accorgerebbe d’avere doppiamente sbagliato i conti, a non battersi per tempo nel senso indicato dalla maggioranza degli italiani: quello della privatizzazione della Rai.

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