Politica

Servizi, galere e giornali

Ieri ho scritto che i servizi segreti hanno fatto bene, se lo hanno fatto, a liberarci da Abu Omar. Ora veniamo alla questione più strettamente giudiziaria. Non è la prima volta che capita, nell’unico mondo dove esiste la giustizia, ovvero nel mondo libero e democratico, che un agente segreto sia arrestato.

Succede, magari, che il procuratore non sappia proprio chi sia e la faccenda penale si conclude quando l’identità salta fuori e si viene a sapere che i superiori lo avevano autorizzato. Da noi le cose vanno al contrario: finiscono ai ceppi proprio perché agenti segreti (senza segreto) e li si spinge a “confessare” che i superiori erano al corrente del supposto reato.

C’è anche un altro elemento da tenere presente: si sono mandati liberi dei presunti terroristi islamici, stabilendo che si trattava di resistenti e guerriglieri, in un certo senso legittimati ad organizzare la lotta armata. Considerato che nel posto dove i gentiluomini pensavano di far saltare per aria la gente noi italiani avevamo i nostri militari a rischiare la vita per impedirglielo, la cosa suonò cacofonica. Amen. Ora, però, si chiede di procedere nei confronti di agenti italiani, rei di avere superato il codice nell’opporsi al fondamentalismo. E questo è il lato ridicolo. Che le loro telefonate finiscano sui giornali, invece, è il lato drammatico. Già, perché se quell’operazione fu compiuta lo si fece per non mettere l’Italia a rischio di rappresaglie, mentre rendere oggi nota la trama retrostante è come segnalarsi ai volenterosi resistenti e guerriglieri. Non starò a ripetere le cose già scritte sulle intercettazioni a mezzo stampa, ma, cribbio, chi e come sta maneggiando quella roba esplosiva?

In quanto ai giornalisti, poche storie e non raccontiamo balle, quando si parla di servizi segreti c’è chi prende le informazioni dagli uni e chi dagli altri. Il mitico “giornalista d’inchiesta”, in questo caso, altri non è che il confidente di uno spione. La fonte è importante per due ragioni: da che parte sta e se racconta cose vere. Sul primo punto, mi piacciono le fonti che stanno con le democrazie e non intrallazzano con il fondamentalismo islamico. Sul secondo è sempre bene controllare, approfondire, usare la logica, per non addentare polpette avvelenate.

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