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Sgravati

Sgravati

Il ceto medio non sarà sgravato dalla pressione fiscale, perché quella è una promessa reiterata e non mantenibile. In questo come in altri casi l’unico sgravio è quello dei politici che si sono sgravati della realtà.

Le promesse di sgravi sono state infinite, ma sono finite nel museo dell’incompiuto. Memorabile l’impegno a cancellare tutte le accise sui carburanti. Non soltanto sono tutte ancora lì ma sono aumentate, mascherando l’aumento con una diminuzione di quelle sui carburanti che si vendono meno.

La pressione fiscale è dispettosa e aumenta anche se si promette che diminuirà: nel 2021 era pari al 42,3% del Prodotto interno lordo, nel 2024 quotava il 42,6%. A parte gli aumenti (come per le citate accise), la pressione fiscale è in grado di crescere da sola: l’inflazione fa salire i redditi nominali e con quelli cresce il prelievo fiscale, nel mentre diminuisce il potere d’acquisto. Una beffa denominata fiscal drag, lucrosa per l’erario.

Cresce anche per ottime e nobili ragioni, come il contrasto all’evasione fiscale. Che negli ultimi tempi ha dato risultati, se non entusiasmanti, comunque incoraggianti. Il che si deve prevalentemente alla fatturazione elettronica e ai pagamenti digitali, anche quelli piccoli. Tutta roba che facilita la vita degli onesti e complica quella degli evasori. Peccato che molti governanti si opposero, salvo poi vantarne i risultati. A proposito: il 58% dei concessionari balneari dichiara redditi fino a 15mila euro lordi l’anno. Il continuo e ottuso opporsi al tenere le gare serve a condannare questa povera gente a rimanere schiava di un duro lavoro che genera povertà? Oppure ne copre l’evasione fiscale, che si dice di volere contrastare e nuoce ai concessionari onesti?

Ora è il turno degli sgravi fiscali al ceto medio, che si finanzieranno non tagliando le spese (oramai la si racconta come favola) ma grazie ai soldi presi agli evasori. Due illusioni. Intanto perché non esiste il ceto medio. Il 72,6% dei contribuenti dichiara redditi inferiori a 28mila euro l’anno (sempre lordi), moltissimi non versano niente al fisco, e comunque contribuisce per il 23,5% al gettito Irpef. Sono tanti, ma non sono medi. Poi ci sono quelli fra 28 e 40mila euro, che sono pochi (il 15,4%) e versano il 21,5% del totale. Sono loro il ceto medio? In questo caso i benefici riguarderebbero pochi cittadini. Ancora meno, soltanto il 10,9% sono quelli che dichiarano fra 40 e 120mila euro (che al mio Paese sarebbero il ceto medio vero) e versano il 36,4% del totale. Fuori dall’ipotesi mediana restano i riccherrimi, categoria surreale nella quale puoi entrare – nella pauperistica Italia – se dichiari di guadagnare 121mila euro l’anno. Lo fanno in pochissimi, soltanto l’1,1% dei contribuenti, che versano la bellezza del 18,6% del totale. Tutto ciò per dire due cose: a. quella dell’Irpef è la fotografia di un Paese povero, però abitato da persone che aumentano la propensione al risparmio, che scialacquano in giochi e viaggiano, ergo lo strato d’evasori è ben grasso; b. il presunto ceto medio è una minoranza, difatti chi promette sgravi si guarda bene dall’identificarlo con la necessaria precisione.

Si aggiunga che la logica dell’Irpef consiste nel tassare secondo quanto e non come guadagni ma – a forza di forfettari e concordati – cittadini che guadagnano gli stessi soldi pagano imposte diverse.

La politica s’è sgravata della realtà. Chi ha convocato il referendum sulla cittadinanza è un propagandista incosciente (lo scrivemmo prima del voto), perché sacrifica alla visibilità la possibilità di coagulare un consenso parlamentare, ad esempio con Forza Italia. Ma scoprire che fra chi va a votare (che non siamo “de sinistra” solo perché votiamo) c’è una buona quota che si dice contrario riempie di goduria chi vuol far vedere che il negher è negher anche a gauche, ma evita di osservare che c’entrava nulla con quel quesito e che degli immigrati c’è bisogno. Chiunque governi. Ma che noia, la realtà.

Si farà l’unità fra evasori che usano immigrati pagandoli in nero.

Davide Giacalone, La Ragione 13 giguno 2025

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