La seconda assoluzione di Giulio Andreotti, accusato d’omicidio e di mafia, non chiude un capitolo, ma lo apre. Lo ha dimostrato lo stesso interessato, fin qui assai cauto, che ha voluto rivolgere un’accusa personale all’uomo che ha costruito e seguito la politica giudiziaria dei comunisti, prima, del pds, poi, e dei ds, infine: Luciano Violante.
Quest’ultimo ha, a sua volta, dimostrato quanto il colpo sia stato duro, e lo ha dimostrato difendendosi mediante l’attribuzione di responsabilità ad un morto (Coiro), e sostenendo l’insostenibile tesi di non aver trovato al telefono Caselli (nell’epoca dei telefoni cellulari è tecnicamente impossibile).
Il capitolo che si apre, però, rischia d’essere devastante quanto quello che si è chiuso. Andreotti, lo si ricordi bene, non è l’unico assolto della lunga e sanguinosa stagione giustizialista. Oramai solo chi è fanaticamente cieco può non vedere che gli anni delle inchieste e delle manette ebbero un indirizzo, uno scopo ed un risultato politico. Grazie a quelle inchieste gli sconfitti dalla storia, i comunisti, andarono al governo, ed i vittoriosi costretti alla vergogna di se stessi.
Noi, oramai, lo ripetiamo da anni: occorre, al più presto, rendere chiaro che quell’uso della giustizia fu ingiusto, illegittimo e deviante; occorre restaurare le regole del diritto ed il rispetto dei diritti; occorre riconoscere che la storia d’Italia non può essere scritta nelle aule del tribunale, e meno che mai dai burocrati dell’accusa. Solo riconoscendo queste evidenze potrà evitarsi che il futuro si riempia delle inchieste che non si vollero fare, a cominciare da quelle che aveva in mano Giovanni Falcone quando fu ucciso.
Se si applicasse, oggi, il “metodo Violante” se ne spremerebbero veleni destinati a stecchire il mondo che fu comunista, e lui per primo. Ma sarebbe un sistema autolesionista, destinato a farci somigliare tutti a quell’orrido inquinatore che detestammo. Invece quel metodo deve essere ripudiato ed allontanato dal confronto politico, partendo dalla lezione che la nostra storia recente ha impartito a tutti, ed al violantismo in testa: la democrazia si vendica, non tollera la violazione delle regole, espelle i poteri conquistati senza consenso; può essere uccisa, ma se solo viene ferita reagisce. La buia stagione giustizialista non ha portato fortuna ai suoi sostenitori, l’elettorato ha votato contro di loro. L’attuale maggioranza politica è figlia dei loro errori. Ce ne risparmino altri.
Sono molti anni che Francesco Cossiga fa finta d’esser pazzo, e forse un poco lo è, e ne approfitta per dir cose terribili. Quelle dette, da ultimo, sui soldi sovietici sappiamo tutti che son vere. Forse non sarebbe male star a sentire anche quelle che ne faceva discendere: è l’ora di chiudere, non di aprire inchieste. Il passato non torna, facciamo, almeno, che il futuro non ne sia la parte peggiore.