Ho sognato d’essere a capo della sinistra italiana. Avevo mangiato troppo, e la pancia piena aiuta a sentirsi di sinistra. Quanto andiamo scrivendo, del resto, è assai più progressista di tutto quel che la manca riesce a fare. Ero il capo, insomma, e Berlusconi continuava a vincere. Noi sinistri non avevamo mai vinto le elezioni nel corso della prima Repubblica, mentre nella smandrappata seconda c’eravamo aiutati con qualche trucco. Salvo cadere subito dopo, divorati da noi stessi e dall’incapacità. Che fare?
I comici della mia parte, sia quelli che lo fanno per professione che i tanti che lo sono di natura, prendono regolarmente in giro chi parla dei “comunisti”. Non esistono più, rispondono. E giù risate. Magari! La più parte di noi è stata allevata al comunismo, e lo è rimasta fin nel più innominabile dei pertugi. Finiti gli ideali (sbagliati), c’è rimasto in cinismo ed il complesso di superiorità. Ho deciso: dichiaro che la sinistra è anticomunista. Quindi democratica. Rompo con il passato e mi tolgo dai piedi qualche rompi.
Capisco che non si devono cambiare i governanti per cambiare il popolo, ma comprendere e cambiare l’opinione del popolo per cambiare i governanti, quindi imparo da Silvio (come Blair imparò dalla Thatcher e Clinton da Regan). Ma non le cose fesse, candidando anch’io qualche colpo di sole, bensì quelle serie: il racconto del futuro deve lasciare immaginare il meglio, non pregustare la sofferenza. Quindi mi rivolgo ai giovani e prometto loro di sbaraccare i fortilizi corporativi che li condannano alla precarietà, e parlo anche ai loro genitori, ricordando che l’egoismo è miope. Mi candido a governare il mercato senza negarlo.
La scuola severa e selettiva mi serve perché gli ultimi possano essere i primi, senza crepare. Con la politica estera atlantica affermo che non seguirò ogni tentazione antioccidentale. Con le riforme costituzionali dimostro di guardare agli interessi del Paese. Guardo anche ai miei: se Berlusconi vuole il sì referendario e le elezioni anticipate, per rivincere alla grande, lo aiuto. Così completa il ciclo ed io, che ho liquidato i ruderi e creato una nuova sinistra, liberale ed occidentale, potrò tornare a sperare.
Non chiedetemi cosa è successo quando mi sono svegliato, chiedetevi perché loro non riescono a svegliarsi.