Politica

Sovranisti con sovrani

Sovranisti con sovrani

La prima impressione è che sia una storia di pataccari. Ma può essere sbagliata. A deporre in quel senso è lo spessore dei personaggi, che è la sola cosa loro che tende alla trasparenza. Come anche la reazione infantile: Savoini, chi lo conosce? Sedeva al tavolo degli incontri fra governi? ma mica lo avevamo invitato. Troppo fessa. Depone in quel senso il fatto che trattasse affari, come conferma un avvocato presente, il cui frutto di sua (o altrui?) spettanza era di 60 milioni, salvo che poi il capo supremo, il sovrano, Vladimir Putin, arriva in Italia in pompa magna e con tutto il gran cerimoniale firma un accordo il cui ammontare complessivo è pari a 300 milioni. Evidenziando una qual certa sproporzione.

C’è un’inchiesta penale in corso. Staremo a vedere. La presunzione d’innocenza vale anche per quelli per cui non vale. Ma l’impressione resta quella di tappetari che hanno vissuto il loro “ora o mai più”.

Poi, però, c’è la politica. Quella vera. Il che, forse, aiuta a capire anche perché certe notizie escono. La politica vera consiste nel plurisecolare lavoro russo a dividere gli europei e non avere nemici troppo forti a occidente. Putin non ha fatto misteri: il suo eroe è Pietro il Grande. Vale a dire: si prende dall’occidente quel che funziona; si espande la potenza imperiale russa; si dividono gli europei perché una cosa sono pittori e architetti, altra gli eserciti e gli affari.

Sono cresciuto con attorno tanti che irridevano il nostro mondo democratico, fatto di miserie e interessi, di chiacchiere e scontri, nel mentre magnificavano l’est patria dei diritti e dell’equità, dell’avanzamento scientifico e della forza popolare. Erano i comunisti, da est lautamente finanziati (fino, almeno, al 1990, come ci ha istruito Armando Cossutta, ditelo agli storici improvvisati che retrodatano la fine del flusso agli anni 70, e non certo in rubli, ma in dollari, cambiati in Vaticano). Ora c’è Matteo Salvini, che si sente più a casa a Mosca che non a Bruxelles, posto che dalla seconda i soldi li prese sicuramente (e lecitamente), mentre dalla prima non so e neanche troppo m’interessa. Perché la politica è più importante.

Se l’Unione Sovietica investiva, gioco forza, a sinistra, per lavorare ai fianchi le democrazie europee, la Russia di Putin investe a destra. Perché destra e sinistra son concetti inutili, in mano ai sovrani. E nell’usare l’influenza sui sistemi democratici, approfittando della loro libertà e negando a chiunque di fare altrettanto nel suo regno, nel cercare di muovere in senso anti europeo la politica di certi europei, la Russia ha trovato un collega: gli Usa della destra e dei Bannon. I due sovrani hanno allevato i sovranisti, per erodere la sovranità europea. Ecco, questo è il punto interessante. Questa è la politica. Il denaro è solo uno strumento, che si può o meno utilizzare.

Capita, però, che con le elezioni europee quella pagina va girata. Lo sfondamento non c’è stato. Di sfondato resta solo il Regno Unito. I vertiti europei saranno pure il frutto dei soliti compromessi che riempiono di sé le democrazie, nulla a che vedere con il maschio indirizzo univoco dei dispotismi, ma, alla fine, il loro segno politico è quello di sempre. I sovranisti avversari della sovranità hanno fatto cilecca. Si torna alla realtà. E allora, ad esempio, in Austria si tratta con chi conta, potendo mollare altri pataccari destrorsi, abbandonandoli al ridicolo d’essere stati turlupinati da due figliole con scilinguagnolo, innanzi alle quali s’immaginarono affaristi e testosteronici, risultando patetiche macchiette. Chissà, magari anche altrove si può applicare lo stesso schema, diffondendo la prosa surreale di chi chiede pecunia per lo “european Trump”.

Lo sapevano o non lo sapevano? Lo capivano o non lo capivano, gli altri? Staremo a vedere, l’importante è che si sappia e capisca il resto, assai più importante e serio.

DG, Formiche 14 luglio 2019

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