Politica

Torna a casa Agnoletto

Davvero un grazie di cuore ad Agnoletto. Mi è sempre sembrato, per la verità, e per non utilizzare giri di parole, un cialtrone, ma devo riconoscere che la sua missione in Israele è stata positiva e meritoria.

Adesso sappiamo che quella è una delle più grandi democrazie del mondo, un paese di gente rispettosa delle opinioni altrui e garantista nei confronti di chi vuol commettere reati.

Ditemi, in quale altro paese al mondo, nel mentre si subisce una continua e sanguinosissima guerra terroristica, si accetterebbe di lasciar libero, di non sbattere in meritata galera, chi pretende di manifestare a favore delle stragi? In quale zona di guerra sarebbe consentito ad una comitiva di scimuniti di andare in giro usando le ambulanze? Quale pestaggio, eseguito da quattro poliziotti, lascerebbe la faccia dell’Agnoletto immacolata come il culetto di un bimbo?

Per cercare di capire si pensi a cosa sarebbe successo a chi, in Italia, avesse voluto manifestare a favore di Bin Laden, o di sostenere le giuste ragioni della politica estera dell’iracheno Saddam (a scanso di equivoci, non sono nomi scelti a caso: il primo ha qualche festante tifoso fra i palestinesi, il secondo ha potuto contare sull’esplicita solidarietà del signor Arafat). Pensate a cosa sarebbe successo alla delegazione di scemi iracheni che fossero venuti in Italia, il 13 settembre scorso, a manifestare la loro solidarietà verso l’illuminato governo talebano.

Agli israeliani va un grazie per la lezione di civiltà che hanno saputo impartire. Anche se, ad essere sinceri fino in fondo, il fatto che ce lo abbiano restituito attenua non poco i sensi della gratitudine.

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