Politica

Un leader e la politica

Eccellente la conferenza stampa di Tony Blair. Quando la politica è una cosa seria è anche bella. Inscindibile dalla cultura, dalla passione ideale. Ecco cos’è un leader politico. La tornata elettorale europea ha messo in luce consistenti forze antieuropeiste, in particolare in Inghilterra il vincitore morale è il partito indipendentista, ed il partito laburista è stato degradato al terzo posto.

Cosa farebbe un politicante? Si metterebbe al vento della protesta, sperando d’intercettarla e imbrigliarla. Casa fa un politico serio? Fa quello che ha fatto Tony Blair: parla alla stampa e dice che si tratta di un errore, che lui non condivide l’avversità all’Unione e che, almeno fino a quando resterà al governo, di uscire non se ne parla proprio. Una lezione di coerenza e di coraggio. Una lezione di politica.

In un lontano passato criticai la passione ecologista che aveva travolto tutte le forze politiche, all’indomani del primo successo elettorale dei verdi. Era roba falsa, posticcia, solo demagogica. E fu la copertura di un errore tanto tragico quanto interessato: l’abbandono della produzione elettrica con centrali nucleari. L’Italia fu più povera, ed oggi neanche i verdi s’occupano più di ambiente. La moda è poi cambiata, dall’inizio del secolo furoreggia la linea federalista. Ma, sia estate o sia inverno, quell’abito non si adatta all’Italia, anzi, non si adatta a nessuno Stato unitario. Già, perché il federalismo serve ad unire (ci vorrebbe il federalismo europeo), non a dividere. Un giorno, spero, il federalismo interno verrà ricordato come una corbelleria, anche se temo che lo si possa ricordare anche come un’ulteriore tragedia.

Ma, dice il tremulo politicuzzo: questo vuole la gente, questo reclamano gli elettori, questo rende voti a chi lo sostiene. Il politicuzzo marcia in coda, il politico cammina in testa. Seguire l’umore delle piazze, valutandole a naso od utilizzando i sondaggi, è il mestiere del demagogo. Guidare la politica, con ciò stesso indirizzando la futura opinione pubblica è il mestiere del politico. Blair appartiene alla seconda categoria.

Tony Blair sbarcò in Italia al seguito di due bandiere, che m’indussero in errore: l’Ulivo mondiale e la terza via alla Antony Giddens. Scrissi cose dure contro entrambe le cose. L’Ulivo mondiale era come la corazzata del pingue Fantozzi: una c?.. pazzesca. E lo si dimostra oggi, con i leader del bitorzoluto albero che hanno posizioni antitetiche in politica estera. Vedemmo bene. La terza via era un frullato d’idee approssimative, talora davvero eccentriche, inutilizzabile per governare alcunché. Ma Blair era cosa diversa.

Blair parlava di terza via in un senso diverso: contro il laburismo schiavo del sindacalismo e degli slogan statalisti incompatibili con il mondo e l’economia contemporanei; contro un conservatorismo che aveva esaurito la sua missione e perso, con esso, l’anima politica. Con quella partenza Blair si preparò ad essere la sinistra di governo. E lo ha fatto in modo eccellente.

Purtroppo la sinistra italiana la pensa all’esatto opposto: amava le fumisterie da terzoviados, ma non comprende la lezione di governo. E’ un peccato per la sinistra, ed è un peccato per l’Italia.

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