La sinistra ha un grande futuro, se la pianta d’essere un avanzo del passato. Quando Veltroni fu portato alla segreteria del partito democratico, scrissi che era l’ultimo comunista incaricato di salvare il salvabile di una storia vergognosa. Missione fallita, e, del resto, impossibile. Si è dimesso usando le parole di un film di Moretti (molto bello). Solo che le pronunciava un prete, davanti ad una torta. Quelle parole sono la cifra di una cultura, direi dell’antropologia di una classe dirigente viziata ed impreparata, mantenuta e non coltivata. Pensateci: continuano a ripetere di volere rappresentare i lavoratori, ma loro non hanno lavorato un solo giorno della vita, sono nati, cresciuti, pasciuti ed andati in pensione (perché sono già pensionati) a spese degli altri.
Nella storia del comunismo italiano c’è anche la passione di tanta brava gente, di molti che hanno veramente creduto fosse la formula del bene e del giusto, del riscatto del lavoro, dell’aspirazione ad un’internazionale di pace. Chi li capeggiava era corrotto fino al midollo, e non solo perché prendeva soldi frutto di tangenti (anche), ma perché sapeva quanto questo fosse falso. La sinistra ha provato a traghettare quel “popolo” in una terra nuova, dove il passato diveniva bello e rimpianto, mentre il presente si legittima sperando di mandare in galera quelli dell’altro fronte, accusandoli d’immoralità. Roba da psichiatria.
Veltroni ha colpe enormi, a cominciare dal giorno in cui accettò la falsa elezione delle false primarie. Tutta roba qui scritta e prevista, per tempo. Se i suoi oppositori e successori continueranno ad essere comunisti (alla Bersani) o democristiani (alla Franceschini), Berlusconi non avrà rivali in Parlamento, ma solo negli interessi costituiti. Se, invece, guarderanno al patrimonio culturale e politico della sinistra democratica, per ciò stesso anticomunista, allora vedremo nascere, finalmente, una sinistra occidentale e di governo. Si chiuderà una piaga aperta già con la Resistenza e dalla fine della guerra, con l’influenza sovietica sulle cose di casa nostra. Quel che occorre loro, oggi, non è il coraggio, perché sono al disfacimento. Basta un pizzico d’orrore per se stessi, che era roba di Petrolini, quindi fuori dal raggio culturale modello cineforum e figurine Panini.