Politica

Usa e getta

Siamo alla politica “usa e getta”, rinunciando spesso a far la prima cosa. La sorte della commissione alla moda d’Attali, in salsa capitolina, era talmente segnata che pure qui s’era potuto prevederne la morte non appena Amato avesse ritenuto utile rompere con Alemanno. Considerata la caratura del personaggio, che criticavo riconoscendone le capacità, prevedevo che un tema programmatico, del tipo delle licenze taxi, sarebbe stato terreno dello scontro. Invece la realtà s’è rivelata inferiore alle critiche, e dopo tante teorizzazioni del niente e lezioncine sul nulla, c’è voluta una settimana per gettare tutto in discarica.
Hanno disturbato le parole di Alemanno sul fascismo? Non prendiamoci in giro: il sindaco non ha mai fatto mistero di girare con la croce celtica al collo, sebbene la viva come simbolo religioso, e fascista lo era di sicuro, mica si può menare scandalo ora che ha trovato modo di dire che le leggi razziali furono una schifezza! Amato s’è spaventato per le reazioni negative della sinistra? Ma va là, s’è mosso apposta per provocarle, dando per scontati i riflessi appassiti di quanti continuano a fargli fare il ministro. E allora? Allora, da buon tennista, ha capito di non essere entrato nel campo che consente un bel doppio con la maggioranza di governo, ma in quello dove dei pallettari cercano di far passare il tempo. Ha capito che, in quella posizione, si sarebbe escluso dal millesimo dibattito sanguinario interno alla sinistra, ma neanche avrebbe avuto un ruolo nel travaglio evolutivo della destra sociale. Amato, in fondo, ha visto i nostri rilievi prendere corpo, e combatterli, mantenere la posizione a costo di rimetterci, impuntarsi per il rispetto di un principio, non è da lui.
Ne facciano tesoro i tanti commentatori che non meritano commento. Quelli pronti a trarre conclusioni epocali da maneggi provinciali. I giornali per benino, con la puzza sotto al naso ed il prosciutto sugli occhi. Quanti si barcamenano nell’arte di parlare senza dire. Tutti degni compari di politici senza midollo e senza idee, sugheri galleggianti in uno stagno che si compiace d’essere tale. La politica giocata per i titoli del giorno dopo, felice per la battuta televisiva o la copertina conquistata, non è solo noiosissima e ridicola, è anche del tutto inutile.

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