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Vittimismi

Vittimismi

I vincitori che si sentono vittime e campano di vittimismi. Magari ci scandalizziamo o divertiamo nell’osservare le sceneggiate nello Studio Ovale, ma più le cose si ripetono e più se ne coglie il succo. Del resto candidamente enunciato: è ora di finirla con gli altri che approfittano di noi. Ma chi, quando, come?

Il nostro passato si riflette nel nostro presente. Anche quando la storia non la si conosce, esercita comunque il suo condizionamento nelle cose che pensiamo e facciamo. È una specie di codice genetico culturale, che come quello biologico esiste anche per chi ne ignora la natura. La stagione della globalizzazione non è neanche il passato, ma il presente appena trascorso. E in quella stagione siamo noi i vincitori: sono i nostri prodotti, i nostri costumi, financo la nostra musica ad avere segnato il ritmo di tutti. Eppure la si racconta come se ne fossimo le vittime. Non capita soltanto negli Stati Uniti, capita anche nella nostra Unione Europea e nella nostra Italia. Per questo non possiamo fare finta di niente e si deve reagire per evitare che il racconto diventi realtà.

Un presidente sudafricano nero va alla Casa Bianca e si sente dire che è un razzista che ammazza i bianchi. Non solo è falso, non solo un ministro sudafricano, bianco, cerca di spiegare che il suo gruppo liberale appoggia il governo giusto per evitare che prevalgano gli estremisti violenti, fra cui ci sono anche dei razzisti neri, ma tutto questo racconto finisce con l’oscurare il fatto che la fine dell’apartheid è sì una vittoria di Nelson Mandela e di Desmond Tutu, ma è anche il trionfo dei nostri ideali, del nostro modo di concepire la convivenza. E ha anche un suo eroe bianco: Frederick de Klerk. Poi le cose sono andate come capita nello scorrere della storia: il fatto di essere governanti d’incarnato scuro non comporta in automatico l’essere gli alfieri del bene e del giusto, la corruzione è meravigliosamente interraziale è s’è dimostrata assai presente fra i successori e financo fra i familiari di quel gigante che fu Mandela. Deprecabile, eppure normale.

Ma la legge che discrimina i bianchi esiste soltanto nella fantasia di chi diffonde le balle. È stata detestabile la stagione woke, quella del melenso conformismo autocolpevolizzante degli occidentali, ma il razzismo del passato è un fatto e non una fantasia, gli strascichi sono presenti fra noi e non è meno detestabile l’idea folle che per compensare il razzismo bianco di ieri si pensi di dare per preponderante il razzismo nero.

Vale per tante cose. Quante volte avete sentito ripetere che non ci si scandalizza abbastanza per i cristiani perseguitati nel mondo e che fino a quando questo non cesserà non si vede perché si debba essere tolleranti verso i musulmani? Una follia, un sovvertimento logico. Il nostro mondo è superiore perché in uno Stato di diritto si impone l’uguaglianza di diritti e doveri, senza distinzione di pelle, fede, nazionalità, sesso o condizione sociale. Non è che se dove dominano le dittature teocratiche si pratica la persecuzione (come in Iran o Afghanistan) questo sia un buon motivo per regredire al loro livello. Senza contare che non sono i musulmani a essere intolleranti verso la cristianità e verso gli ebrei: lo sono i fondamentalisti. Che vanno combattuti, dentro e fuori di noi. Consegnare ai fondamentalismi la rappresentanza di moltitudini significa puntare a un mondo in cui un tagliagole giustifica un rogo e un nero prevaricatore giustifica il Ku Klux Klan. Significa costruire l’inferno.

Il vittimismo dei vincitori serve soltanto a coprire i fallimenti di ciascuno, addebitandone la responsabilità ad altri. La via maestra per soccombere. Può darsi porti il consenso di chi è o si sente fallito fra di noi – approfittando del silenzio dei tantissimi che ancora ricordano di vivere nella parte migliore del mondo e d’incarnarne le idee migliori – ma porta anche alla rovina. Quel modo di pensare, quel prepotente vittimismo vendicativo non contrasta il presunto declino occidentale: lo realizza.

Davide Giacalone, La Ragione 23 maggio 2025

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